𝐋𝐀 𝐆𝐀𝐙𝐙𝐄𝐓𝐓𝐀 𝐃𝐄𝐋 𝐍𝐀𝐔𝐓𝐈𝐂𝐎

Genova è una città punto di riferimento nella ricerca e nello sviluppo di robotica e intelligenza artificiale. L'anno scorso è venuto a Genova in visita all'Istituto Italiano di Tecnologia, per un workshop su umani, robot e avatar, il professor Hiroshi Hishiguro , pilastro giapponese della robotica che è stato il primo al mondo a realizzare un robot dalle sembianze umane. È stata l'occasione per firmare un accordo con l'IIT genovese e l'università di Osaka dove egli dirige il laboratorio di robotica intelligente. È un'intesa, volta allo scambio di ricercatori e al trasferimento di tecnologie, che spinge l'IIT verso l'internazionalizzazione. Hiroshi Hishiguro, che per l' occasione ha portato  un robot con le sue sembianze , un doppio di sé, quasi un clone, ha sottolineato che la sfida attuale è costruire robot umanoidi in grado di capire profondamente l'essere umano e interagire con lui al meglio e ha detto  che l'IIT genovese è il miglior pa

 La tutela della sicurezza nei luoghi di lavoro non è oggi garantita concretamente, solo nel 2023 i morti sul lavoro sono stati 1467 , ma questi incidenti non dipendono affatto dalle leggi di riferimento, oggi costituite sostanzialmente dal Dlgs 81/2008 e da altre norme specifiche a particolari attività e che sono ben presenti, la causa risiede invece nei soggetti che dovrebbero applicare queste norme, che non rispettandole per errore o con dolo provocano il 99% delle tragedie sui posti di lavoro. Nella nostra Costituzione la salute è un diritto fondamentale dell'individuo, per cui l'iniziativa economica non si può svolgere compromettendo la sicurezza, la libertà o la dignità del lavoratore. La legislazione impone che la sicurezza sia gestita a tutti i livelli , dal datore di lavoro a tutti i suoi dipendenti, quindi rispetto al passato c'è una più puntuale attribuzione degli obblighi che rende  tutti i soggetti partecipi nel processo decisionale che determina un lavoro sv

  Entrare in porto con una nave non è sicuramente semplice, si richiedono mille manovre mille occhi e tante capacità, per questo esiste una figura professionale fondamentale nei porti: il pilota del porto. Il pilota è colui che deve conoscere il porto di sua competenza come le sue tasche, non può permettersi errori perché la sua responsabilità consiste nel far manovrare in modo sicuro le navi in entrata o in uscita nel porto. Quando la nave arriva fuori dal porto la pilotina esce, le va diretta incontro e, in modo coraggioso e tempestivo, il pilota deve saltare dalla pilotina alla nave; sale a bordo e va in plancia per suggerire al comandante le manovre da eseguire. Ovviamente spetta al comandante dare l'ordine al proprio equipaggio, anche perché la responsabilità della nave rimane sempre la sua.  Il servizio di pilotaggio deve essere obbligatoriamente presente nei porti commerciali, è obbligatorio per tutte le navi superiori alle 500 tonnellate, e per quanto riguarda il porto di G

La diversità e l'inclusione sono temi caldi in molte società moderne e il loro impatto sul mondo del lavoro è particolarmente rilevante. La parola "diversità" si riferisce alla varietà di caratteristiche che rendono le persone uniche, come età, genere, etnia, orientamento sessuale, religione e competenze. L'inclusione, d'altra parte, si riferisce all'accettazione e all'integrazione  di queste diversità all'interno di una società o di un ambiente lavorativo. In un mondo del lavoro inclusivo, le persone di tutte le diversità sono accettate e valorizzate, indipendentemente dalle loro differenze. Questo creerebbe un ambiente di lavoro più equo e produttivo, dove le idee e le prospettive possono essere condivise e utilizzate per raggiungere obbiettivi comuni. Inoltre, un ambiente di lavoro inclusivo è più interessante dal punto di vista dei dipendenti, poiché dimostra che l'azienda valorizza e rispetta tutti i suoi membri, facendo aumentare la motivazio

Giappone, 2013, NHK un emittente radiofonica giapponese annuncia la morte di Miwa Sado una giovane reporter di 31 anni trovata morta nel suo appartamento per inspiegabili problemi cardiaci. Solo quel mese aveva ben 146 ore di straordinari; nel 2014 i suoi superiori annunciarono che Miwa morì per troppo lavoro.  Questo è solo uno dei centinaia di casi che interessano i lavoratori e la società Giapponese afflitta da un fenomeno identificato con il nome di karoshi letteralmente  "morte per troppo lavoro", termine coniato nel 1975 in  una causa legale di Hosogawa alla fine del procedimento legale " Takebahashi ", poi   nel 1982 da un gruppo di medici che pubblicò un libro intitolato appunto Karoshi .  Di questo fenomeno si parlava già dal 1969, quando un operaio di 29 anni del reparto dei trasporti morì per un accumulo eccessivo di straordinari; solo nel 1987 il Ministero del Lavoro ha iniziato a pubblicare i primi dati statistici sul karoshi riconoscendo