Adoratorio

Albrecht Dürer

"Così hanno decretato gli dei. Che nel perdersi, ciascuno possa ritrovare se stesso", Omero, Odissea. 

Omero che per primo ci fornisce il legame tra senso di smarrimento dell'uomo e un qualcosa di più grande di noi, gli "dei", per arrivare a Nietzsche con l'oltreuomo che si vuole liberare dalle catene dorate della fede incondizionata. Il pensiero umano si è sempre ricondotto a qualcosa di più grande di noi, importante per non sentirci persi. La ragione e la razionalità sono divenute la religione, il credo, del 20esimo e del 21esimo secolo. L'uomo moderno si vede come predatore e preda di una caccia, non  lucida e ponderata, ma compulsiva e ossessiva. Il trofeo della caccia sono risposte e stimoli emotivi nuovi e sempre più forti. Come se l'individuo stesse andando incontro ad una sorta di sterilizzazione dalle emozioni. Non riesce più a provare veramente qualcosa di definito e ha sempre più bisogno di un aiuto esterno. La passiva accettazione del processo di sterilizzazione va a sottolineare la rapida e pericolosa degenerazione della possibilità di provare le emozioni.

Non credo come Nietzsche che il prossimo passo evolutivo dell’essere sia l'oltreuomo, e cioè un essere libero dalle superstizioni, dal bigottismo religioso o dalle frivole relazioni sociali. Ma bensì come da secoli gli uomini fagocitano risorse, conoscenza e bellezza in nome di una causa superiore, religione o ideali di libertà, non avranno futuro molto differente. Forse muteranno forma o credo, ma comunque l’uomo avrà sempre bisogno di qualcosa di più grande di lui per sentirsi meno solo o al sicuro, apprezzato o capace di giustificare le proprie azioni. 

Un esempio di bigottismo religioso:

Il sentimento di paura delle conseguenze delle proprie azioni, instillato indirettamente o non dalle religioni, nel medioevo ha portato alla formazione della figura sociale del mangia peccati. Questo soggetto aveva il compito di "mangiare" i peccati del defunto dopo la morte. Chiamato dalle famiglie, aveva l'infame compito di mangiare del pane e del sale lasciati sul corpo in modo che assorbissero i peccati e come compenso prendeva le monete lasciate sugli occhi. 

Matteo Cau