Troll A: a climate change resistant project
Si tratta di un progetto norvegese tra quelli definiti Climate-Change-Resistant, programmato nel mare del Nord dai petrolieri che, dopo il Summit di Kyoto sul clima del 1997, si prepararono ad affrontare i cambiamenti climatici nel loro interesse, iniziando la corsa all'adattamento. Dopo Kyoto, quando si decise di tagliare a livello planetario le emissioni di CO2 in atmosfera, le ditte di petrolio, che sapevano giΓ dagli anni '80 che il problema era colpa delle estrazioni di petrolio e gas e quindi colpa loro, spesero migliaia di dollari per adeguare le proprie strutture affinchΓ© resistessero ai cambiamenti climatici. Tra gli impianti costruiti con questo scopo in mente c'Γ¨ Troll A. L'economia del petrolio non poteva arrestarsi e, nonostante le richieste dei responsabili politici europei a frenare il consumo di gas fossile per contenere il riscaldamento globale, un quinto della produzione mondiale di petrolio viene oggi dal mare e per estrarlo vengono usate migliaia di piattaforme di trivellazione, con grandi rischi per la biodiversitΓ marina.
Nel mare del Nord le piattaforme offshore della Norvegia sono attualmente 17 ed è sempre la Norvegia ad avere il record di richieste di licenze esplorative nel mare di Barents. Troll A oltre ad essere il nome della piattaforma è anche il nome del giacimento che con i suoi 40 pozzi fornisce circa l'8% del fabbisogno dell'Unione Europea. Nonostante Kyoto, nel 2021 è stata prolungata fino al 2050 l'attività di estrazione di gas naturale, iniziata nel lontano 1995, di Troll A per garantire consegne di gas in Europa nei prossimi decenni, propagandando l'attività della piattaforma in quanto "contribuisce a ridurre le emissioni di anidride carbonica e a migliorare la qualità dell'aria poiché il gas naturale estratto da Troll A è un'alternativa più pulita rispetto al carbone o al diesel". Incredibile. Però lo sviluppo economico della Norvegia è legato all'esportazione di gas naturale nel mondo ed è ovvio che lo pubblicizzi così. Meno ovvio è che ci si creda e che il potere economico abbia la meglio sulle preoccupazioni climatiche. Al di là di questo però questa piattaforma di trivellazione merita tutto il nostro rispetto perché è un vero capolavoro di ingegneria. Pare che sia l'oggetto più pesante, ben 1.050.000 tonnellate, trasportato via acqua dalla costa, dove è stato costruito fino alla sua posizione definitiva in mare grazie a ben 10 navi diverse che per 7 giorni l'hanno trainata fino al luogo dove anche ora poggia sul fondo marino. à una piattaforma di quelle fisse del tipo a gravità per l'efficacia del suo peso di rimanere posizione, è dotata di impianti di sicurezza contro gli uragani ed è collegata a tubature e oleodotti il più possibile resistenti alle intemperie del clima. La gigantesca struttura è costituita da quattro gambe in cemento armato costruite con la tecnica del cassero scorrevole in cui il cassero si sposta lentamente con la gettata in calcestruzzo che per renderla resistente alle enormi sollecitazioni ambientali ed operative venne effettuata alla velocità di 4 minuti per ogni centimetro. La piattaforma ha un'altezza di 472 metri di cui 303 sotto la superficie del mare.
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