L'inverno dei sensi

BrainChain di Willem den Broeder


- Quanti stupidi "perchΓ©". Non ho mai visto un albero piangere o ridere. Gli alberi esistono, sono vivi, gli alberi sono. A prescindere da tutto, e forse Γ¨ cosΓ¬ che deve essere. 

L'uomo perΓ² non puΓ² essere albero. Per quanto possa provare e convincersi di avere altissime fronde verdi o spoglie, un solido tronco o radici marce, non puΓ² essere albero. PerchΓ© lui Γ¨ uomo e non puΓ² essere altro. Le sue azioni e pensieri sono dettati da istinti primordiali e costrutti che spesso non si conciliano. L'uomo felice, per definizione della societΓ  odierna, Γ¨ un individuo realizzato professionalmente dove le illusioni hanno il controllo, dove vige un'egemonia della ragione su tutti gli istinti animali che sopraffatti si piegano all'antropologia della ragione. Trovo vile l'occidentale attaccamento alla vita propinato in tutto il mondo da film e pubblicitΓ  che contribuiscono ad alimentare l'eterna dicotomia tra la parte animale e l'io. 

I momenti di felicitΓ  nella vita di un individuo sono come delle finestre dalle quali ci si puΓ² affacciare distogliendo per un attimo l'attenzione dalle immense stanze vuote che compongono la mente di un individuoUna valida interpretazione del funzionamento della mente umana ci viene fornita da Sigmund Freud con il Super-io. Questa teoria divide la mente in tre entitΓ  definite: l'ES, parte piΓΉ irrazionale che si alimenta di e impone i desideri, derivante dal complesso di Edipo; il Super-io, piΓΉ razionale, agisce come un giudice interiore imponendo limiti e divieti che contrastano i desideri dell'ES; l'IO, ultima delle tre parti che ha l'ingrato compito di provare a conciliare le precedenti citate.

Come poter allora prendere il controllo? Come poter essere e basta? 

Credo che semplicemente un giorno l'individuo, stremato e sopraffatto dalle domande, si accontenterΓ  di quelle risposte ed emozioni che prima non gli bastavano. Si siederΓ  dove si sedeva prima ma con occhi e orecchie immerse in un assordante silenzio dettato dalla ragione. 


Matteo Cau


Commenti