"Il fine giustifica i mezzi"


L'autorizzazione all'uso di mezzi amorali e violenti della politica, in favore del raggiungimento di un obiettivo ritenuto nobile, sembra essere il motore dei venti di guerra che agitano gli equilibri mondiali di questi anni, in Ucraina come in Medio Oriente. Machiavelli torna alla ribalta. Ma non Γ¨ sua la regola del male minore, non l'ha mai scritta.

Non c'Γ¨ nessuno scritto, nΓ© pubblico nΓ© privato in cui si legga questa frase. Secondo gli storici, ha detto una cosa non meno tremenda, ma non quella che, perΓ², Γ¨ stata ripetuta come l'emblema del suo pensiero. PerciΓ² oggi si puΓ² dire che Γ¨ stata una fake news dell’epoca successiva che si sospetta gli sia stata attribuita per squalificarlo e che ha creato una "leggenda nera" che ci mostra un Machiavelli cinico che autorizza i posteri ad agire per interessi personali per realizzare le proprie ambizioni.

Questa frase Γ¨ riconducibile all'opera dedicata a Lorenzo De Medici che va sotto il nome "Il Principe", un trattato di dottrina politica, scritto nel 1513, nel quale egli espone le caratteristiche dei Principati e dei metodi per mantenerli e conquistarli. Qui gli viene  popolarmente attribuita la frase "il fine giustifica i mezzi", secondo la quale qualsiasi azione del Principe sarebbe giustificata, anche se in contrasto con le leggi della morale. PerΓ² con la frase contenuta nel trattato Machiavelli voleva giustificare eventuali azioni scorrette del Principe nel momento in cui potevano servire a salvaguardare l'ordine e il potere dello Stato. Non c'Γ¨ giustificazione morale del male compiuto per un utile politico, ma un'accettazione del male politico, qualora fosse necessario.

L'equivoco nasce nel 18esimo capitolo del trattato dove Machiavelli sollecita il Principe perchΓ© vada a vincere, tanto i mezzi con cui vincerΓ  non li criticherΓ  nessuno. Se vincerΓ , i mezzi saranno sempre giudicati onorevoli dal vulgo, perchΓ© le masse, la gente guarda all'apparenza delle cose e come vanno a finire.
Siccome nel mondo non c'è altro che vulgo, nessuno andrà a vedere con che mezzi è stata ottenuta la vittoria. L'errore di lettura di questa frase che ci dipinge erroneamente un Machiavelli immorale e spregiudicato ha fatto sì che col tempo sia stata e sia ancora utilizzata un po' per tutto e tutti. Ma il messaggio di Machiavelli non è una giustificazione morale del male compiuto per un utile politico, piuttosto un'accettazione della necessità di quel male da parte del Principe che deve abituarsi a convivere con esso.

Sono due significati diversi ma la distinzione sottilissima ha permesso quell'errore di lettura, quell'interpretazione, quel senso che nelle discussioni morali ha fatto diventare il dilemma del fine che giustifica i mezzi un luogo comune. Forse, in questo momento storico di gran confusione, la frase attribuita a Machiavelli suona pericolosamente attuale e forse dalla stessa Γ¨ nata la convinzione che la politica ha il compito di dare agli uomini quelle istituzioni atte a garantire loro un buon ordine civile. Non corrisponde al Machiavelli storico ma proprio quella frase diffusa viene ancora oggi utilizzata da alcuni sostenitori per giustificare l'uso di mezzi poco ortodossi o addirittura illegali per raggiungere un obiettivo che ritengono giusto o necessario.

Insomma, il pensiero politico di Machiavelli, quello che popolarmente gli viene attribuito continua a vivere nel mondo contemporaneo. Per fortuna ci ha pensato la letteratura a smascherare questa falsitΓ  e a riabilitare quella "dark legend" cresciuta intorno alla sua figura.

Penso che il problema se il fine giustifichi o meno i mezzi si puΓ² dire che oggi sia molto rilevante, dato che non Γ¨ ancora risolta la questione sul limite oltre il quale non ci si dovrebbe spingere.

Diego Meschiari

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