Piattaforme petrolifere offshore, com'Γ¨ la vita a "bordo"?

 


Nessuno di noi Γ¨ abituato a vedere queste strutture vicino alle nostre coste, queste sono piattaforme petrolifere offshore, ovvero lontane dalla costa, in alto mare. Vengono create per ricavare gli idrocarburi dal fondo del mare, si dividono in due macro categorie, piattaforme di perforazione e piattaforme di produzione. 

Prima di parlare di come si vive a "bordo" di queste piattaforme, dobbiamo capire un attimo come vengono utilizzate. Intanto sia le piattaforme di perforazione sia quelle di produzione hanno in comune varie cose come: eliporto, scialuppe di salvataggio, una o piΓΉ gru per caricare le merci che arrivano dalle navi e alloggi per il personale, ad esempio camere e mensa. 


Come possiamo capire sono praticamente delle navi senza abbrivio, ancorate al fondale e senza possibilitΓ  di muoversi, vedremo poi che non sarΓ  proprio cosΓ¬, inizialmente viene trovato un deposito di petrolio disponibile, dopodichΓ© le piattaforme perforatrici offshore iniziano a perforare il fondale marino. Ci sono quattro tipi diversi di piattaforme petrolifere: sommergibile o chiatta, jackup, nave da perforazione e i semisommergibili. 

Una volta completati i lavori, attorno al luogo della perforazione viene installata una struttura permanente, chiamata piattaforma di produzione. Si tratta di impianti che verranno collegati tramite ancore o cavi, fissati mediante alte torri, le piattaforme di perforazione potranno essere spostate anche tramite  l'ausilio di navi, rimorchiatori o addirittura alcune, come i jackup che hanno propulsione propria, possono fare degli spostamenti in autonomia. 



Ma quindi com'Γ¨ la vita a bordo di queste piattaforme offshore? come abbiamo giΓ  detto queste sono attrezzate per mettere a loro agio tutto l'equipaggio, come passatempo possono usufruire della palestra o per esempio possono ritirarsi in luoghi concepiti per poter suonare strumenti musicali di vario genere. L'impianto non si ferma mai, Γ¨ attivo h24 durante tutto l'anno, i turni ovviamente sono abbastanza pesanti, si parla di circa 160 ore nel giro di due settimane, sia di giorno che di notte, ma questo Γ¨ un po' come sulle navi. Il personale a bordo sarΓ  impegnato molto spesso a mantenere la struttura e a guidare o seguire i processi di queste piattaforme. L'equipaggio Γ¨ composto da addetti tecnici che si occuperanno della manutenzione della piattaforma off shore, quindi saldatori, operai, meccanici, ingegneri, geologi ed esperti di impiantistica; e da addetti "logistici", come cuochi, camerieri , personale medico e addetti alle pulizie. Sono molto ricercati inoltre i sommozzatori e i piloti di elicotteri, questo perchΓ© gli spostamenti degli equipaggi spesso avvengono via aria piuttosto che via mare. I turni in una piattaforma sono abbastanza corti, si parla di circa due settimane di lavoro e due di riposo; Questo ovviamente comporta dei grandi sacrifici, non Γ¨ un lavoro per tutti, si deve rinunciare a tante cose ovviamente, ma per questo motivo lo stipendio sarΓ  un po' piΓΉ alto della media nazionale. Si dice che gli stipendi dei lavoratori vengano retribuiti dalle 2 alle 4 volte in piΓΉ rispetto allo stesso lavoro fatto a terra. Gli ingegneri possono arrivare fino a 10.000 euro di stipendio mensile. Per poter lavorare su una piattaforma petrolifera ci sono ovviamente dei requisiti minimi, cioΓ¨ avere almeno 18 anni, riuscire a lavorare per 12 ore consecutive, essere fisicamente idoneo, avere tanta resistenza mentale e avere un diploma di scuola superiore. 

I "colossi del petrolio" come ENI, ERG, TOTAL, SHELL e API , al contrario di come tutti pensano, non possiedono piattaforme petrolifere di loro proprietΓ , ma utilizzano le piattaforme di terze parti, da questo possiamo capire che riprendono molto lo "stile" lavorativo delle navi, infatti anche le piattaforme petrolifere seguono le norme che seguono le navi come ad esempio la SOLAS.



Mehdi Daldoul 


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