Cava d'odio

Bosch

                                               

Assumiamo che la società moderna sia una cava, nella quale lavorano squadre di minatori. Ogni squadra  si occupa di settori specifici della società. Le squadre sono paragonabili a micro-società che corrispondono ai settori di impiego: ospedali, scuole, fabbriche... 

Ogni squadra si dispone nella cava su diversi livelli di profondità per scavare. Mentre gli strumenti usati per scavare sono paragonabili alle conoscenze dell'individuo. 

Chi ha gli strumenti migliori conseguentemente ha le competenze e dunque miglior possibilità di scavare a fondo, arrivando quindi ad una maggiore conoscenza e comprensione, per quanto sia soggettiva l'interpretazione della società di appartenenza. 

Il perché si scavi varia non solo a seconda del settore di appartenenza ma, nella microsocietà che esso rappresenta, varia anche a seconda dell'individuo e dei suoi interessi. Chi scava più in profondità è dotato di una maggior curiosità e senso critico. Questo però non determina una superiorità sociale dell'individuo, bensì un sempre maggior senso di insoddisfazione. Poiché scendendo sempre più in profondità, si continuerà ad avere un maggior desiderio di conoscenza, infine si arriverà alla realizzazione dell'"insostenibile leggerezza dell'essere" e della "banalità del male". 

Con l'espressione "insostenibile leggerezza dell'essere" si intende una leggerezza apparente, che alla fine pesa in maniera eccessiva sull'io. Mentre la "banalità del male" si riferisce a quanto complesso da definire sia il sentimento dell'odio, dalle implicazioni così sottili che lo rendono difficile da indagare. Banale, perché lo determina un gesto che diventa normale ma ha conseguenze estremamente dannose.

I minatori alla fine del loro lavoro avranno estratto materiale grezzo, l'odio nei confronti della cava. 

Matteo Cau