Gustave Le Bon, George Orwell e controllo delle masse nell'era digitale
George Orwell รจ stato uno scrittore inglese (1903-1950) la cui grande fama รจ dovuta in particolar modo al romanzo "1984", in cui descrive meccanismi totalitari del controllo del pensiero.
Le Bon con il manuale "Psicologia delle folle" e Orwell con il romanzo "1984" ci mostrano con un secolo e mezzo di anticipo come la massa possa essere facilmente manipolata all'interno della societร . E noi oggi possiamo individuare nel mondo digitale una nuova potente arma di persuasione.
A proposito delle strategie di manipolazione delle masse, in questa nostra era digitale, penso sia utile ricordare per prima cosa Gustave Le Bon il cui saggio "Psicologia delle folle" pubblicato nel 1895 รจ stato facilmente applicabile alle folle digitali di oggi. Egli guardava alle masse come a una quantitร indistinta di persone che agisce in maniera uniforme e ne esaminava il comportamento cercando di comprendere come potessero essere influenzate e manipolate. Osservava che le folle sono meno ragionevoli e piรน emotive rispetto alle singole persone e possono essere facilmente influenzate da leader carismatici o da idee popolari. Le folle sono anonime, diceva Le Bon, e gli individui che le compongono perdono la loro personalitร e il loro senso di responsabilitร quando si uniscono ad esse.
La folla, secondo Le Bon, si convince attraverso la pura e semplice affermazione di un fatto senza prove, poi con la ripetizione ossessiva dello stesso fatto che ha lo scopo di far penetrare l'affermazione nell'inconscio individuale e infine il "contagio" che provoca l'ondata collettiva condivisa dalla folla.
Niente di nuovo, il passato torna e la propaganda รจ piรน attiva che mai. Volendo giudicare il dibattito pubblico dei nostri tempi, la confusione e l'irrazionalitร che regna sovrana, verrebbe da dire che molti politici moderni usino il testo ancora oggi come manuale di istruzioni.
Il britannico Orwell รจ l'autore del romanzo "1984" che appartiene a quella serie di scritti del primo e secondo dopoguerra caratterizzati da un profondo pessimismo che รจ a sua volta il segno di una crisi dei valori che colpisce la fiducia degli intellettuali borghesi nel "positivismo".
ร un romanzo distopico di fantapolitica, ma anche un racconto morale: si chiama 1984 perchรฉ si tratta dell'inversione delle ultime due cifre dell'anno in cui Orwell iniziรฒ a scrivere il libro, cioรจ il 1948. ร una rappresentazione spaventosamente accurata di quanto sia potente il controllo della narrazione dei fatti tale da rendere piรน importante ciรฒ che la gente crede piuttosto che ciรฒ che รจ vero. Ci parla di un mondo inventato, svelandoci perรฒ una grande veritร , e cioรจ che la schiavitรน piรน pericolosa รจ quella di cui non ci accorgiamo e che la libertร risiede nella libertร di pensiero e nello spirito critico individuale; che la libertร va difesa combattendo l'ignoranza perchรฉ essa รจ solamente una forza nelle mani del potere tirannico che vuole renderci schiavi. Orwell ha modellato lo stato autoritario del romanzo sia sull'Unione Sovietica di Stalin sia sulla Germania nazista di Hitler e, facendo una satira degli abusi e dei regimi dittatoriali, analizza il ruolo della veritร e dei fatti all’interno della societร , nonchรฉ il ruolo degli astuti sistemi attraverso i quali essi possono essere manipolati. Qui rivedo in pieno il pensiero di Le Bon dopo circa una cinquantina d’anni.
Oggi con internet, con tutte le fake news che circolano, siamo proprio sicuri di avere accesso alla veritร e siamo proprio sicuri di non essere diventati copie gli uni degli altri, spinti dai media e dalla pubblicitร che ci convincono ad entrare nello stampo predefinito della "folla"? Nei regimi autoritari moderni si vede riflessa la strategia adottata in "1984" con la quale il governo alimenta l'odio verso un nemico in continuo cambiamento, creando un capro espiatorio costante per unire la folla sotto un'unica causa. Oggi vediamo i governi totalitari utilizzare la paura e l'odio verso l'altro, sia esso un paese, una religione o un'etnia, per legittimare azioni oppressive e violente. I riflessi della distopia di Orwell sulla nostra realtร suonano come una campana di allarme che ci ricorda di tenere gli occhi ben aperti e difendere le nostre libertร a maggior ragione oggi, proprio perchรฉ viviamo in un mondo digitale e in cui attraverso i social media ognuno di noi puรฒ presentarsi agli altri come vuole. Nella nostra epoca le grandi aziende digitali non solo vendono oggetti ma possono influenzare anche quello che pensiamo e anche come votiamo, basandosi semplicemente su ciรฒ che compriamo e su come navighiamo online. Tanto per essere attuali le informazioni che oggi riceviamo sulla guerra in Medio Oriente o sulla Palestina danno l’impressione che le notizie siano in mano ai governi che decidono cosa i cittadini devono o non devono sapere e qui si torna al pensiero profetico di Le Bon.


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