COP29: niente di nuovo sotto il sole


Il COP, acronimo di Conference Of the Parties, Γ¨ una conferenza delle Nazioni Unite con appuntamento ogni anno in uno Stato diverso dove si riuniscono i 198 paesi partecipanti all'accordo di Parigi per avanzare i negoziati piΓΉ importanti riguardo il contrasto del cambiamento climatico.
La 29esima edizione di questo summit si sta tenendo adesso a Baku, la capitale dell'Azerbaijan, ed Γ¨ stata presentata come una conferenza finanziaria con l'obiettivo di trovare il denaro necessario ai paesi poveri per la transizione dal combustibile fossile e per limitare il riscaldamento globale.

La cifra? Mille miliardi di dollari, di cui ad oggi sono stati raccolti solo 75 milioni.


Sembrerebbe una cifra esorbitante decisa per non essere raggiunta e poter dire che per colpa di qualcuno il pianeta non si puΓ² salvare. Questo Γ¨ solo uno dei tanti problemi che affliggono la COP29, che tra litigi e controsensi stenta a fare progressi nella lotta per la Terra.

Innanzi tutto sono assenti al COP29 i leader dei due paesi con il piΓΉ alto tasso di inquinamento da anidride carbonica: Cina e Stati Uniti. Oltre a questi anche oltre 40 Stati presenti alla scorsa edizione del COP non sono presenti quest'anno, rendendo la conferenza poco utile poichΓ© non include un quarto degli Stati dell'Accordo di Parigi. Inoltre la scelta dell'Azerbaijan come Stato ospitante, come quella degli Emirati Arabi Uniti per il COP28, ha inarcato molti sopraccigli; la repubblica ex sovietica Γ¨ infatti uno dei piΓΉ grandi esportatori di combustibili fossili, al punto che gran parte del suo PIL si basa solo su questo commercio. Le sue emissioni sono aumentate del 38% dal 2010, quindi Γ¨ chiaro che il paese non si sta dando da fare sul serio per abbandonare la strada degli idrocarburi nonostante avesse presentato l'anno scorso alle Nazioni Unite l'intenzione di diminuire entro il 2050 le proprie emissioni del 40% rispetto al 1990.
Un'indagine sotto copertura condotta da Global Witness avrebbe perΓ² rivelato le motivazioni dietro la scelta di Baku: i funzionari incaricati di guidare le discussioni sul clima hanno facilitato negoziazioni riguardanti accordi sui combustibili fossili.

Del resto nessuno al mondo ha intenzione di rinunciare al proprio sviluppo economico e industriale per perseguire obiettivi giudicati da molti arbitrari da raggiungere e tra l'altro con mezzi costosissimi, ecco quindi che i capi di Stato cominciano a snobbare la COP e l'Accordo di Parigi, ormai non piΓΉ in grado di camuffare con promesse e ipocrisie cosa succede dietro le quinte.

Paolo Meschiari

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