La curiosa storia della SMS Emden: i pirati del XX secolo




Ci sono diverse storie affascinanti di guerra, ma questa Γ¨ forse una delle meno conosciute.

La SMS Emden era un incrociatore leggero della Marina Militare Tedesca, impegnata in oriente nella "squadra dell'Asia Orientale" ed Γ¨ diventata celebre per la guerra "corsara" combattuta durante la Prima guerra mondiale.
Ottenuto il permesso di praticare questo particolare tipo di guerra, la nave iniziΓ² le sue incursioni nei porti nemici dell'Oceano Indiano, affondando per giunta un cacciatorpediniere francese ed un incrociatore Russo, mandando nel panico la flotta mercantile britannica che bloccΓ² i traffici tra l'India e Singapore. Tutto ciΓ² fu possibile grazie alla tattica attuata dal capitano Karl von MΓΌller, che aggiunse un finto fumaiolo in modo da assomigliare il piΓΉ possibile all'HMS Yarmouth, un incrociatore britannico, per prendere le navi battenti bandiera nemica di sorpresa, sparare dei colpi di avvertimento ed intimarle la resa.
La peculiaritΓ  degli attacchi pirati condotti dal capitano von MΓΌller era quella di attenersi scrupolosamente alle norme del diritto internazionale in materia di guerra navale, oltre a quelle consigliate dalla cavalleria: tutte le navi civili e mercantili catturate furono infatti evacuate di passeggeri ed equipaggio prima di essere affondate e i prigionieri, prima di venir sbarcati alla prima occasione in porti neutrali o trasbordati su navi non belligeranti, furono sempre trattati con tutte le premure del caso. Per questo motivo, la condotta del capitano tedesco venne raccontata come impeccabile da tutti gli ufficiali tornati in patria, contribuendo ad aumentare, grazie anche ai giornali che ne descrivevano le gesta, la fama dell'incrociatore e del suo capitano, un corsaro gentiluomo.
Nonostante la celebre cavalleria di von MΓΌller, il Cigno d’Oriente - soprannome che l'Emdem si era guadagnato per la sua estrema eleganza - andava fermato ad ogni costo. Per questo nel mese di ottobre la Royal Navy raccolse una flotta di 60 navi composta da incrociatori inglesi, australiani, russi, francesi e giapponesi dispiegandola in tutti i mari dell'Oceano Indiano del Sud per dare la caccia alla nave corsara tedesca.
Nella prima settimana di guerra, von MΓΌller, freddo e temerario maestro dell’inganno, riuscΓ¬ addirittura a condurre la sua nave nel remoto porto britannico di Diego Garcia, nell’area delle Isole Mauritius. I pochi presenti non erano ancora stati edotti dello scoppio della guerra e inventandosi la storia di una grande esercitazione delle marine inglesi, tedesche e francesi si fece ripulire la carena da uno strato di alghe e riverniciare parte del ponte prima di riprendere il mare dopo 28 ore di riposo alla fonda. Un giorno la Emden fece rotta sulle Isole Cocos con l’obiettivo di eliminare una stazione telegrafica britannica d’importanza strategica per le comunicazioni nemiche in quell'area. All'alba del 9 novembre 1914, una squadra da sbarco composta da 50 uomini si preparava ad assaltare l’isola e mettere fuori uso la stazione radio. Il comando venne affidato al tenente di vascello Hellmuth von MΓΌcke. Prima che l’albero radio venisse messo fuori uso perΓ², gli operatori riuscirono ad inviare un segnale d’allerta che venne raccolto dall'incrociatore australiano HMAS Sydney, che tagliava il mare poco oltre l’orizzonte. La Emden tentΓ² delle manovre evasive aprendo il fuoco con i pezzi da 105 mm, ma in soli  90 minuti fu investita da una pioggia di fuoco, venendo colpita piΓΉ di 100 volte durante la sua fuga. CosΓ¬ il Cigno d’Oriente si avviava verso la sua inesorabile e precoce fine, dopo soli quattro mesi di guerraIntorno a mezzogiorno la Emden era ormai spacciata e, preparandosi all'inevitabile, fece rotta su un banco di sabbia per evitare l’affondamento. 

Il relitto della Emden,alcuni anni dopo la battaglia
PoichΓ© i colori della nave tedesca erano ancora issati, la Sydney continuΓ² imperterrita a sputare fuoco sul cigno ferito. MetΓ  dell’equipaggio della Emden (360 uomini) rimase ucciso nella battaglia e, alle prime ore del crepuscolo, von MΓΌller ordinΓ² ai sopravvissuti di ammainare la bandiera, di alzare bandiera bianca, e prepararsi per consegnarsi come prigionieri. In tutto ciΓ², i 50 della squadra da sbarco rimasti a terra osservarono la scena inermi, e la nave australiana, non essendo a conoscenza della loro esistenza scaltramente occultata dal capitano von MΓΌller, se ne andΓ² lasciandoli da soli sul'isola. Questi, requisita una goletta, fecero vela verso Sumatra dove, raccolti da un mercantile tedesco, vennero portati a Medina, mentre  von MΓΌller venne tenuto prigioniero insieme ai superstiti a Malta. A Medina perΓ², proprio nell'area in cui sbarcarono, era in corso una rivolta araba. Von MΓΌcke ed i suoi uomini combatterono 3 giorni circondati dai beduini, uscendone fuori grazie all'aiuto dell'Emiro della Mecca, che deteneva ancora una posizione neutrale nella guerra e decise di tenere prigionieri i tedeschi per usarli come eventuale merce di scambio. Il tenente allora mandΓ² un marinaio che parlava arabo a Gedda dove comprΓ² una barca ed aspettΓ² i suoi compagni. Durante la notte von MΓΌcke e sottoposti scapparono anche loro fino a Gedda, dove salparono sulla nave appena comprata. Attraccarono a Nord in un piccolo porto e dopo giorni di marcia nel deserto, giunsero finalmente nel territorio dell'impero Ottomano, alleato dei tedeschi durante la guerra. Da lΓ¬, attraverso diversi cambi ferroviari riuscirono finalmente a tornare in patria, dove ottennero tutti una medaglia al valore, concludendo questa incredibile e dimenticata storia di guerra.

Filippo Bisio





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