9 aprile 1970: la tragedia della London Valour
La canzone inizia proprio descrivendo la situazione di calma prima della tempesta (I marinai foglie di coca digeriscono in coperta, il capitano ha un amore al collo venuto apposta dall'Inghilterra).
Intorno alle 13:00 il vento di Libeccio inizia a diventare piΓΉ forte e in poco tempo il mare arriva a forza 7. La Capitaneria contatta via radio le navi in rada dicendo che le condizioni potrebbero peggiorare. Per qualche motivo la London non riceve la comunicazione (E la radio di bordo Γ¨ una sfera di cristallo dice che il vento si farΓ lupo, il mare si farΓ sciacallo): il naufragio Γ¨ inevitabile.
Forse il capitano Muir avrebbe dovuto accorgersi prima della situazione di pericolo nonostante la mancata comunicazione, forse sarebbe bastato, una volta accortosene, non sottovalutarla; fatto sta che verso le 14:30 l'ancora perde aderenza sul fondale per la troppa forza del vento e delle onde (E le ancore hanno perduto la scommessa e gli artigli) e la nave, con le macchine non del tutto funzionanti, si sposta pericolosamente verso la diga foranea fino a quando, nel giro di pochi minuti, sbatte violentemente contro gli scogli di protezione.
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questo lasso di tempo che i soccorritori entrano in azione tentando
l'impossibile.
Gli equipaggi di diverse motovedette, pilotine, rimorchiatori e qualche civile rischiarono la vita per i marinai ma le onde di 5 metri e i venti fino a 100 km orari renderanno vani molti sforzi.
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La CP233 |
Il relitto affondΓ² definitivamente verso sera, quasi spezzato in due e con parte delle sovrastrutture emergenti, si portΓ² dietro, oltre a quella dei due coniugi, le vitre di 17 marinai e diella moglie di uno di questi. RestΓ² vicino all'entrata del porto per un annetto e durante lo spostamento verso il luogo di affondamento la struttura cedette colando a picco a 90 miglia da Genova, dove giace tutt'oggi.
Per tutto il tempo la zona della Foce fu bloccata da migliaia di persone che assisstettero per pura curiositΓ , tanto che oggi la vicenda Γ¨ ai piΓΉ sconosciuta (si ritrovano sul molo con sorrisi da cruciverba a sorseggiarsi il capitano che si sparava negli occhi e il pomeriggio a dimenticarlo con le sue pipe e i suoi scacchi).
La canzone di De Andrè oltre a trattare del naufragio, utilizza questo avvenimento come una bellissima metafora della situazione politica degli anni '70: https://youtu.be/u6U95pHb95U
Matteo Caramaschi
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