Un genio ribelle
Non so se vi è mai capitato quando eravate più piccoli di guardare un film che sul momento non vi sembrava niente di eccezionale, di aver pensato: "Sì, film carino, ma ce ne sono di migliori". Una volta cresciuti, ogni tanto quel film ricomprare inconsapevolmente nella vostra vita, in circostanze sempre diverse. Ogni due, tre anni involontariamente vi ricapita di guardarlo. Come se meccanicamente vi ritrovaste di tanto in tanto come per un appuntamento e ogni volta dopo averlo guardato, vi fermate un attimo e capite di aver compreso sempre un dettaglio in più. Ogni volta cambiate leggermente l'idea che avevate. A me, almeno, capita spesso. C'è un film in particolare che mi rimane sempre in mente: Good Will Hunting. à una pellicola del 1997 dalla durata di poco più di due ore.
Will Hunting, un giovane ragazzo di Boston vive una vita disordinata tra lavori precari, bevute con gli amici e risse: il risultato di traumi infantili dovuti agli abusi del padre. Trova un lavoro come bidello presso una prestigiosa universitΓ del Massachusetts. Un giorno, mentre lava i pavimenti dell'istituto, vede scritto sulla lavagna un difficile problema matematico, proposto da Gerald Lambeau, prestigioso professore di matematica che aveva scritto quell'esercizio come sfida ai suoi studenti. Will guarda l'esercizio e gli sembra abbastanza banale, lo risolve e continua il suo lavoro. Un'azione che si ripete per diversi giorni, ogni volta i ragazzi e i professori non riescono mai a capire chi fosse a risolvere il problema, fino a che, un giorno, Will viene sorpreso dal professor Lambeau mentre Γ¨ impegnato a scrivere la risposta. Non immaginando fosse lui l'autore della soluzione, il professore gli grida di fermarsi, Will impaurito scappa. Per un paio di giorni la sua vita continua tranquillamente, ma una sera dopo aver bevuto una birra di troppo viene arrestato per rissa, portato in prigione e poche ore dopo rilasciato. In quel momento Will scopre che il professor Lambeau gli ha pagato la cauzione e ha evitato rimanesse in carcere. Il professore aveva capito il vero potenziale di Will, lo fa tornare a vivere la sua vita di sempre perΓ² gli impone di studiare matematica e di frequentare uno psicologo. Il ragazzo prova diversi psicologi, tuttavia, ogni volta che prova a completare una seduta finisce sempre per annoiarsi o assumere atteggiamenti provocatori che mettono in fuga tutti gli specialisti. Questa "tarantella" continua fino a che non conosce Sean Maguire, un ex compagno di college del professor Lambeau. A differenza degli altri specialisti, Sean viene dallo stesso ambiente di Will, anche lui ha subito abusi da parte del padre e ha subito un grande lutto: la moglie Γ¨ morta a causa di un tumore. Grazie alle sedute con Sean, Will affronta i traumi della sua infanzia e supera le paure del cambiamento e dell'abbandono. Sostenuto dal professore e da Sean, Will capisce l’importanza di sfruttare il proprio talento per determinare il futuro: lascerΓ infine Boston per iniziare una nuova vita.
Durante il film si presentano momenti in cui allo spettatore puΓ² capitare facilmente di immedesimarsi nel protagonista. Anche se l'ho rivisto piΓΉ volte, quando finisce mi fa riflettere su diversi aspetti che puΓ² avere la vita di ogni essere umano.
Jobert Ebert, famoso critico cinematografico statunitense, scrisse che anche se la storia era abbastanza prevedibile, erano "i singoli momenti, non lo sviluppo, che lo rendono cosi efficace".
Nel 1998, un anno dopo l'uscita, il film vinse il Premio Oscar per migliore attore non protagonista e per migliore sceneggiatura originale e nello stesso anno vinse pure il Golden Globe per miglior sceneggiatura, l'Orso d'Argento Speciale al festival di Berlino, il Satellite Award e l'European Film Award.
Will: Sono uscito con una giorni fa.
Sean: Come Γ¨ andata?
Will: Molto bene.
Sean: E la rivedrai?
Will: Non lo so. Questa ragazza, insomma, è bellissima, intelligente, divertente. à diversa dalle altre con cui sono stato. Ma se la chiamo? Così mi rendo conto che non è poi tanto intelligente? Che mi rompe i coglioni? Sì, insomma, ecco, questa ragazza, cazzo, è perfetta ora! Non voglio rovinare questo.
Will [ridendo]: Si Γ¨ svegliata da sola?
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