La Eventin: un'ombra sul Baltico


E’ una petroliera costruita nel 2006 battente bandiera panamense che fa parte di un’elenco di navi obsolete compilato dall’organizzazione ambientalista GreenPeace, utilizzate per esportare petrolio russo. La cosiddetta “flotta ombra” che permette a Mosca di continuare ad esportare il suo petrolio e a farne affluire i proventi nel bilancio statale russo a dispetto delle sanzioni imposte dall’Occidente a causa dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.

La Eventin, lunga 274 metri e larga 48, era in viaggio dal porto russo di Ust-Luga verso porto Said, in Egitto, quando ha subito un’avaria dei sistemi elettrici al largo dell’isola tedesca di Rugen, nel mar Baltico, diventando ingovernabile e destando preoccupazione per un potenziale disastro ambientale, visto il suo carico di 99.000 tonnellate di petrolio. Con un’operazione che ha coinvolto diversi rimorchiatori e elicotteri, la nave da 152.000 tonnellate di portata lorda Γ¨ stata rimorchiata in condizioni meteorologiche avverse fino all’ancoraggio di Sassnitz al largo dell’isola tedesca di Rugen.
L’incidente Γ¨ l’ultimo caso in cui gli Stati Costieri sono intervenuti per fermare, ispezionare o aiutare una nave sospetta o mal funzionante che trasportava merci fuori dalla Russia.

La petroliera non Γ¨ attualmente inserita in nessuna lista di sanzioni occidentali, tuttavia prima del maggio 2024 commerciava con il nome di Charvi con le societΓ  con sede a Dubai, Laguna Shipping and Trading e Fractal Marine, che ha dismesso la sua flotta dopo essere stata colpita dalle sanzioni del Regno Unito contro il settore energetico russo.
Secondo le banche dati marittime l’Eventin attualmente commercia con la Laliya Shipping corporation registrata nelle isole Marshall nell’emisfero australe.
In ogni caso i proprietari non identificati del cargo si sono coordinati con le autoritΓ  tedesche per far arrivare rifornimenti di urgenza alla nave in avaria e hanno comunicato al comando centrale tedesco per le emergenze marittime di aver commissionato una coppia di rimorchiatori per rimuovere definitivamente la nave.
Le autoritΓ  di Berlino oltre a soccorrerla hanno mandato con gli elicotteri funzionari doganali a bordo della petroliera con il compito di ispezionare e prelevare campioni di greggio.
Infatti, la Eventin, i cui problemi elettrici a bordo sembravano essere risolti e la sua compagnia di navigazione aveva ingaggiato dei rimorchiatori d'altura pronti anche a trasportarla su lunghe tratte, aveva chiesto l’autorizzazione di lasciare il porto all’autoritΓ  competente per le vie navigabili e la navigazione del mar Baltico; il permesso le Γ¨ stato negato almeno fino al termine dell’indagine doganale.
I risultati delle analisi sui campioni di petrolio hanno il compito di svelare se si tratta del greggio di Putin oppure no. Ispezioni e controlli al termine dei quali la decisione Γ¨ del Governo di Berlino.


Purtroppo negli ultimi sei mesi ci sono stati quasi 26.000 passaggi nell’area da parte di circa 1.400 navi legate alla Russia e questo significa che decine di migliaia di eventi simili rischiano d’accadere da un momento all’altro. Per questo motivo un gruppo di 10 Paesi tra cui Svezia, Norvegia, Finlandia e il Regno Unito ha intensificato gli sforzi per tracciare le navi identificate come parte della flotta ombra russa, registrandole nel sistema in modo che possano essere monitorate attentamente quando si avvicinano a zone di interesse chiave.

Una recente indagine del settembre del 2024 ha evidenziato che il trasporto del 92% del petrolio greggio via mare Γ¨ stato fatto senza il coinvolgimento dei servizi della UE consentendo alla Russia di generare quasi otto miliardi di dollari di guadagni extra da gennaio 2024. Questo incidente sul Baltico, i recenti naufragi avvenuti nello stretto di Kerch, che collega il mar Nero al mar d’Azorv, hanno evidenziato un problema da quando il paesi occidentali hanno sanzionato anche le esportazioni di petrolio russo.

Il Cremlino si Γ¨ servito, per il trasporto del petrolio, di vecchie petroliere, alcune addirittura risalenti al periodo sovietico. Questa “flotta ombra” della Russia Γ¨ composta di un numero imprecisato di navi vecchie, circa 600, di proprietΓ  di aziende operanti al di fuori dell’UE battenti bandiere di diversi paesi come Panama, Cina, Liberia non sanzionati e quasi tutte sono prive di assicurazione occidentale. Inoltre il 44% di questi cargo Γ¨ gestito da aziende degli Emirati Arabi Uniti.

La ministra degli esteri tedesca Γ¨ stata molto dura nell’evidenziare una possibile guerra ibrida russa contro la NATO e gli Stati Europei, nonchΓ© il pericolo per il turismo e la sicurezza nel mar Baltico: “la Russia sta mettendo a repentaglio la nostra sicurezza europea, non solo con la sua guerra illegale di aggressione contro l’Ucraina ma anche attraverso cavi tagliati, boe di confini spostate, campagne di disinformazione, Jammer GPS e infine con petroliere decrepite.”

Bisogna spingere ONU e IMO ad adoperarsi piΓΉ di quanto hanno fatto fino ad oggi e a far si che la salvaguardia dei mari diventi prioritaria perchΓ© solo innalzando i livelli di sicurezza marittima si evita di tornare indietro di 30 anni rispetto alla MARPOL.

Ben vengano le nuove sanzioni che la Commissione europea sta preparando e dovrebbero entrare in vigore a febbraio, sanzioni che potrebbero includere misure piΓΉ ampie sul gas naturale liquefatto russo e limiti alle esportazioni. Senza dubbio la minaccia russa al mar Baltico Γ¨ reale: azioni di sabotaggio presunte o accertate ad opera delle petroliere battenti bandiere di altri Stati ma sotto il controllo di Mosca, gli attacchi ai GPS degli aerei e i movimenti delle truppe a confine con la Finlandia hanno determinato la NATO ad alzare uno scudo difensivo tramite l’immediato posizionamento di una decina di navi da guerra per presidiare l’area. Questo intervento fa parte della missione di vigilanza definita Baltic Sendry Intrepesa dalla NATO con lo scopo di migliorare la consapevolezza della situazione e scoraggiare le attivitΓ  ostili nel mar Baltico. Non sono navi da guerra ma anche droni sottomarini e un microsatellite norvegese NORSAT che verrΓ  lanciato in orbita intorno alla Terra per controllare i movimenti delle imbarcazioni russe con l’obiettivo dichiarato di garantire la sicurezza e la stabilitΓ  nella zona e proteggere i cavi sottomarini energetici e di telecomunicazioni delle regioni Baltiche.

Diego Meschiari

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