Ma i boomer sono sempre esistiti?
Nel 2020 l'Enciclopedia Treccani ha registrato tra i neologismi della lingua italiana la parola "boomer". Ma cosa significa boomer? Ve lo spiego subito.
Inizialmente la parola veniva usata come termine anglosassone per indicare le persone nate tra la fine della Seconda guerra mondiale e i primi anni Sessanta, oggi viene usata perΓ² per descrivere e rivolgersi a chi ha comportamenti giudicati superati e per questo addirittura ridicoli, dalle persone piΓΉ giovani. Il concetto di "boomer", ma in realtΓ anche quello di generazione Γ¨ piuttosto moderno, tanto che fino ai primi decenni del Novecento nemmeno esisteva.
Solo a cavallo tra '800 e '900 si inizia a pensare che possa esistere una generazione sociale che unisce persone che non si conoscono, persone che hanno qualcosa in comune con i propri coetanei, che condividono idee e ricordi di vita. I sociologi (lavoro nuovissimo per il tempo) iniziano a riconoscere le prime generazioni principalmente nei grandi eventi mondani che iniziano a diffondersi in Europa, identificando le persone che avevano vissuto la Guerra con "un'etichetta". La cosa perΓ² avviene con grande calma, quando ormai quelli di cui si parla hanno una certa etΓ . Questo Γ¨ il caso della prima generazione: "la generazione perduta", identificata in questo modo da Gertrude Stein e diffusa dal suo protetto Ernest Hemingway. Il concetto di generazione d'ora in poi prenderΓ vita con la progressione della "Greatest Generation", protagonista della Seconda Guerra mondiale, la Generazione Silenziosa, nata negli anni della guerra, seguono i figli del dopoguerra i "Baby boomer", quelli nati tra 1965 e 1980 la cosiddetta Generazione X, i Millennial o generazione Y nati tra 1981 e 1996, la generazione Z dal 1997-2011, e infine quelli nati tra il 2012 e il presente la cosiddetta Generazione Alfa.
Per capire piΓΉ a fondo questa nozione possiamo definirla un iper-coorte, concetto che in sociologia, statistica e marketing si riferisce ad un gruppo di persone omologhe, unite dall'aver vissuto elementi storici, sociali e culturali in comune.
Tra tutte le generazioni elencate ce n'è una però che negli ultimi anni, soprattutto in rete ha spopolato, con meme, post e video su Tik Tok. Da un punto di vista sociale più profondo questo è un fenomeno che si può benissimo spiegare attraverso La fattoria degli animali di George Orwell, dove ad un certo punto si stabilisce che tutti gli animali sono uguali, poi in un secondo momento si rettifica che sì, tutti gli animali sono uguali, ma i maiali sono più uguali degli altri. Ecco, citando Orwell quindi possiamo affermare che tutte le generazioni sono uguali, ma i boomer sono più generazione degli altri.
Un meme nato su Twitter e sul social network Tik Tok, Γ¨ diventato popolare nelle ultime settimane tra adolescenti e giovani negli Stati Uniti, ha originato un acceso dibattito generazionale online. Il meme si chiama “Ok, boomer” e rappresenta una specie di risposta polemica e insofferente dei membri della “Generazione Z”, cioΓ¨ i nati tra la seconda metΓ degli anni Novanta e la fine dei Duemila, rivolta ai baby boomer, cioΓ¨ i nati tra la metΓ degli anni Quaranta e Sessanta, i cosiddetti figli del boom economico seguito alla Seconda guerra mondiale. “Ok, boomer” Γ¨ in pratica un’espressione usata da adolescenti e giovani per zittire o prendere in giro cose percepite come lamentele paternalistiche della generazione dei cinquanta-sessanta-settantenni, e ritenuta - con una generalizzazione spesso criticata -responsabile dei principali disastri contemporanei, dalla crisi finanziaria a quella climatica.
“Ok, boomer”, quindi, Γ¨ diventata una risposta polemica ai giudizi o alle opinioni dei baby boomer sgradite ai piΓΉ giovani, un modo per liquidare le critiche giudicate paternalistiche o passatiste, le lamentele di una generazione che secondo molti giovani ha avuto a lungo e continua ad avere il potere e ne ha fatto un uso sbagliato con gravi conseguenze sulla vita delle generazioni successive. Il concetto quindi va oltre un semplice meme, ma tocca argomenti ben piΓΉ ampi, complicati e socio-culturali, da alcuni ritenuti discriminatori e fuori luogo, tanto da arrivare ad accostare la questione alla discriminazione razziale.
Costanza Zerbo
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