Non smettiamo di parlare di Masha Amini
La morte di Mahsa Amini, una giovane iraniana di 26 anni, ha scosso il mondo e ha attirato l'attenzione sulla situazione dei diritti delle donne in Iran. Il 13 Settembre 2022 Mahsa Amini Γ¨ stata arrestata dalla polizia per aver partecipato a una manifestazione contro l'aumento dei prezzi del carburante. Ufficialmente Γ¨ stata fermata perchΓ© portava lo hijab in modo sbagliato. Durante la sua detenzione, Γ¨ stata picchiata e forse violentata dalla polizia. Poco dopo Γ¨ morta mentre era ancora in custodia. La morte di Mahsa Amini ha provocato indignazione in tutto il mondo e ha portato alla luce la situazione dei diritti delle donne in Iran che sono soggette a discriminazione e violenza sia psicologica sia fisica.
L'abbigliamento femminile Γ¨ regolamentato dalla legge che impone alle donne di coprirsi completamente e di indossare come minimo l'hijab in pubblico. Di seguito la differenza tra i diversi tipi di velature per i capelli e il capo.
Le donne sono anche limitate nella loro partecipazione alla vita pubblica e politica, spesso sono soggette a discriminazioni sul posto di lavoro. Inoltre, la violenza contro le donne Γ¨ diffusa e impunita. Sono spesso vittime di violenza domestica e sessuale, i loro aggressori rimangono impuniti. Le donne sono soggette a restrizioni nelle decisioni, come nella scelta del lavoro o del partner.
Nonostante le difficoltΓ che affrontano, le donne in Iran stanno lottando con coraggio per i loro diritti. Negli ultimi anni ci sono state molte manifestazioni di protesta e azioni di disobbedienza civile. Donne e uomini in Iran hanno sfidato la polizia per difendere i loro diritti, organizzando azioni collettive di protesta e richiedendo un cambiamento politico e sociale.
Non solo in Iran, ma in molti Paesi le donne stanno cercando di ottenere una riforma delle leggi che le discriminano e le rendono vulnerabili alla violenza. Tuttavia, la lotta per i diritti delle donne in Iran sarΓ ancora lunga e difficile.
Diverse sono le testimonianze a questo proposito, la piΓΉ recente Γ¨ di Pegah Moshir Pour, durante l'ultima edizione di Sanremo.
"In Iran non sarei potuta essere così vestita e truccata, e non avrei potuto parlare di diritti umani da un palcoscenico. Sono parole un po' forti, sarei stata arrestata, o forse addirittura uccisa", ha esordito la giovane donna. "E per questo, come molti ragazzi e ragazze del mio paese ho deciso che la paura non ci fa più paura, e di dare voce a una generazione cresciuta sotto un regime di terrore e di repressione, in uno dei pesi più belli al mondo, uno scrigno dei patrimoni dell'umanità . La parola paradiso deriva dall'antico termine persiano pardis, giardino protetto: allora io vi chiedo: esiste un paradiso forzato? Ahimè, sì. Come si può chiamare un posto dove il regime uccide persino i bambini? [...] Dal 16 settembre 2022, da quando Mahsa Amini, colpevole solo di essere sospettata di portare in maniera non corretta il velo, è stata uccisa dalla polizia morale, il popolo iraniano sta sacrificando con il sangue il diritto a difendere il proprio paradiso. Io vi ringrazio a nome di tutti i ragazzi iraniani, perché ricordate al mondo che la musica è un diritto umano, per spiegare meglio quello che i miei coetanei, il dramma che stanno vivendo nel nostro paese, vorrei usare la melodia e le parole di una canzone che è diventata l'inno della rivoluzione. L'ha cantata Shervin Hogipur, musicando i tweet dei ragazzi che hanno scritto delle libertà negate. Shervin per questo è stato arrestato e il suo account silenziato. La canzone si chiama Baroye, che in italiano vuole dire Per".
Il giorno seguente, Pegah Γ¨ stata intervistata in una nota trasmissione RAI, qui potete vedere l'intervista e parte dell'intervento fatto a Sanremo. Il gesto di Pegah Γ¨ stato molto coraggioso perchΓ© si Γ¨ schierata contro la cultura patriarcale e sessista del suo paese per far valere i diritti di ogni donna: un gesto molto importante.
Francesca Caratto
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