Parliamo di depressione?
Quanto Γ¨ dura parlare di se stessi?
Quante volte ci capita di
pensare che siamo gli unici a essere in grado di comprendere noi
stessi? Quanto spesso
succede di trovarsi da soli, tra i propri pensieri e riflettere
intorno a temi come "a cosa serviamo in questo mondo?" Ormai Γ¨ tutta una questione di seguire uno standard imposto dalla
societΓ , avere la nostra occupazione, mantenerci e rispettare tutti
quelli di grado superiore a noi, a priori, che ricambino il gesto o
meno. Viviamo in un mondo dove tutti siamo oppressi da qualcosa, dove
nessuno vive senza nemmeno una responsabilitΓ che gli abbia imposto
qualcun altro. Dopo ciΓ² potreste
pensare "ecco un esempio di adolescenza", ma no. No, no,
assolutamente no. Quelli
dell'adolescenza sono anni difficili ma no, queste parole vengono
dalla testa di una ragazza ventenne, che nota ogni giorno che piΓΉ
cresciamo e piΓΉ nessuno Γ¨ buono con nessuno. A 15 anni ci
sentiamo i meno compresi, a 18 finalmente indipendenti, a 20 anni ci
sentiamo addirittura i padroni del mondo. Tuttavia, la vita diventa
sempre piΓΉ stressante: obiettivi piΓΉ grandi, stress piΓΉ grandi.
Per via di questo stress molti giovani vanno in depressione, malattia
psicologica spesso presa alla leggera, sottovalutata, derisa e spesso
auto-diagnosticata da persone che sono semplicemente molto tristi.
Apriamo un mini discorso a riguardo: la depressione non Γ¨ essere
tristi. Non Γ¨ solo farsi
del male. Non Γ¨ solo dire "odio la vita".
Quello che ci si sente Γ¨ come entrare in un loop infinito, sentendo che tutto Γ¨ sempre monotono. Ci si sente come se non si avesse mai una motivazione per ridere, eppure lo si fa, costantemente.
Ti senti come di cadere lentamente, come una foglia che ondeggia nell'aria quando si stacca dall'albero, in un pozzo profondo, buio e infinito, tutto questo con la convinzione che niente e nessuno è in grado di tirarti via di lì, perché alla fine, non capisci se questa sensazione ti piace, non ti piace, vuoi uscirne o parlarne. Perché è questo il problema: spesso nessuno ne parla. Nessuno parla con nessuno perché c'è qualcosa che funziona come se fosse un freno. Può essere la paura, la vergogna, la sensazione che sia tutto a posto, qualsiasi cosa, ma qualcosa fa da freno e questo porta a diventare come un palloncino riempito con un contagocce. Sembra che non si riempirà mai, ma dopo tante gocce, un giorno in futuro una di meno o una di troppo potrebbero fare la differenza. Questa condizione non ha età , non ha preferenze, non ha scrupoli. Basta niente per finire ad ondeggiare dentro quel pozzo e se nessuno se ne accorge, non ci vorrà molto a trovarne la fine e toccarla.
Quello che voglio dire con queste parole Γ¨: parlatene. Se avete problemi, parlatene. Se siete tristi, parlatene. Se vi sentite stressati, parlatene. Se vi sentite oppressi, parlatene. Parlatene, sfogatevi, agite. PerchΓ© per quanto dolce e accogliente possa essere quell'ondeggiare dentro quel buio sempre piΓΉ profondo, non vi farΓ mai del bene. E quando ve ne accorgerete, potreste ritrovarvi in situazioni del tutto scomode e in cui mai avreste pensato di ritrovarvi. Agite, fatevi aiutare, per la vostra sicurezza, per il vostro bene, per voi stessi.
Angela Isola
Brava Angela!!
RispondiElimina