Atlantropa, un piano folle

Atlantropa Γ¨ un progetto dell'architetto tedesco Hermann SΓΆrgel ideato nel 1927 e che ebbe forte risonanza in tutto l'ambiente intellettuale della prima metΓ  del XX secolo. L'idea centrale del progetto era quella di costruire una diga con una centrale idroelettrica sullo stretto di Gibilterra e di abbassare il mar Mediterraneo dai 100 ai 200 metri. Non Γ¨ un caso che il progetto di Atlantropa sia nato all'inizio del XX secolo, periodo di utopie, ottimismo e grande fiducia nella scienza: Atlantropa si presentava come un'opera in grande stile. Il piΓΉ grande ostacolo al progetto fu Adolf Hitler: anche se Atlantropa concordava con "l'ideologia" del FΓΌhrer sulla necessitΓ  di conquistare nuovo spazio vitale per il Reich germanico, questa proponeva una collaborazione tra gli stati, cosa che di certo non era gradita al dittatore tedesco, inoltre Hitler, a sua volta, aveva in mente per il suo "Grande Piano" una serie di progetti architettonici, diversi da quelli proposti da SΓΆrgel. Quando venne firmato il patto d'acciaio tra Italia e la Germania, SΓΆrgel pensΓ² di entrare nelle simpatie del Duce, tanto che pubblicΓ² un opuscolo dove dichiarava «La Grande Germania e l'Impero Italiano rappresenterebbero logicamente i piloni portanti di Atlantropa». Preoccupazione, invece, la mostrΓ² il Corriere della Sera parlando di Atlantropa come "un bizzarro sogno tedesco" in un articolo che non nascondeva la preoccupazione per la fine di cittΓ  portuali quali Genova o Trieste che cosΓ¬ non avrebbero potuto continuare a costituire un'agguerrita concorrenza commerciale ad Amburgo e agli altri porti sull'Atlantico. Infine il piano di SΓΆrgel venne archiviato nel 1952 nonostante in molti avessero creduto che tale piano avrebbe potuto essere uno sviluppo per la societΓ  europea. Nel 1958, pochi anni dopo la morte di SΓΆrgel avvenuta nel 1952, il New York Times dichiarΓ² Atlantropa come "un progetto superato".

L'idea base di Herman SΓΆrgel era quella di chiudere gli stretti di Gibilterra, Suez e Dardanelli, costruire delle dighe tra Tunisia, Sicilia e Italia; queste aree sarebbero rimaste quasi sempre unite grazie all'abbassamento delle acque. Le dighe avrebbero diviso il Mediterraneo occidentale da quello orientale; il livello del mare del primo sarebbe calato di circa 100 metri, mentre quello del secondo sarebbe calato di altri 100 per un totale di 200 metri. Il complesso sistema dei dislivelli che prevedeva anche quello dei fiumi avrebbe permesso l'uso di varie centrali idroelettriche che avrebbero potuto soddisfare all'incirca il 30% di quello che allora era il fabbisogno energetico europeo. Lo svuotamento parziale del Mediterraneo avrebbe fatto salire il resto degli oceani di un "solo" metro. Atlantropa avrebbe prosciugato il Mediterraneo di oltre 660000 km² che cosΓ¬ sarebbero stati destinati a nuove aree agricole, terre di cui avrebbero potuto beneficiare tutti gli stati europei. Avrebbe anche creato nuove vie di comunicazione tra il continente europeo e quello africano e avrebbe dovuto portare, nelle intenzioni del suo ideatore, a una riappacificazione in Europa, dato che per attuarlo tutti gli stati europei avrebbero dovuto necessariamente collaborare. Le aree emerse sarebbero diventate anche un paradiso per archeologi e storici che avrebbero potuto, ad esempio, trovare i relitti delle milleduecento navi persiane sbaragliate e disfatte da Temistocle e Aristide a Salamina, e delle migliaia di navi che hanno solcato per millenni il Mediterraneo.

Il progetto della diga tra Gibilterra e Tangeri, 1930 circa

L’architetto bavarese non immaginava un’unione politica o economica, quello sarebbe semmai venuto dopo. L’idea era proprio di prosciugare il Mediterraneo, mettere a coltivo l’enorme pianura che si sarebbe ricavata, costellare il neo-continente di utopiche “CittΓ  del sole” e dar vita a una superpotenza euroafricana. Nella Monaco del primo dopoguerra, devastata dalla crisi economica, ad Herman SΓΆrgel quella sembrava l’unica via d’uscita: conquistare nuove terre, non sottraendole ad altri popoli bensΓ¬ sottraendole alla natura. Scienziati, filosofi, interi governi – con l’eccezione della Germania nazista -, grandi capitalisti si entusiasmarono per il progetto di SΓΆrgel, e per tutti gli anni Venti e Trenta sembrΓ² davvero che si creassero le condizioni per tentare la titanica impresa. Neanche la gran tempesta della Seconda guerra mondiale riuscΓ¬ a fermare SΓΆrgel il sognatore, che verrΓ  travolto da un pirata della strada nel 1952 mentre andava a tenere l’ennesima conferenza su Atlantropa.

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