Un valore ormai perduto



Era una giornata nuvolosa di metΓ  settimana, decisi comunque di andare a fare un piccolo giro in moto, molto tranquillo e soprattutto riflessivo. Prendo le chiavi del box, della moto e mi dirigo nel box, sono circa cinque minuti a piedi. Una volta giunto nel box, tolgo il telo alla moto, noto con estremo piacere che la moto Γ¨ sempre molto pulita, questa pulizia tende quasi alla mania, tolgo il cavalletto alza-moto e la faccio poggiare dolcemente sul suo cavalletto laterale.
Prendo poi il paraschiena, lo indosso, a seguire la giacca tecnica, chiudo la zip; poi calzo il casco rigorosamente integrale; giro la chiave nel quadro della moto, la centralina fa il check, con il rumore caratteristico della pompa della benzina che mette in pressione gli iniettori, tutto Γ¨ pronto, la marcia folle Γ¨ inserita, tiro la frizione e premo il pulsante d'avviamento, l'orologio nipponico parte subito senza alcun incertezza, la lascio scaldare mentre indosso i guanti e chiudo il box.
Tiro la frizione, chiudo il cavalletto laterale e innesto la prima che viene accompagnata con il classico “STOCK” del cambio Kawasaki. Per strada non c'Γ¨ nessuno. Meglio, di solito ho un'andatura decisamente “allegra”, oggi invece mi voglio rilassare e godere il paesaggio, andando con filo di gas. Nel tratto tra Vesima e Arenzano incontro un altro ragazzo in moto a bordo di un Honda, ci scambiamo il classico saluto tra motociclisti. Arrivato ad Arenzano, giro e torno indietro, andando sempre molto tranquillo. Al ritorno all'altezza di Vesima dove Γ¨ posizionato un semaforo, sorpasso le macchine in coda facendo attenzione ad eventuali manovre degli automobilisti, durante questa manovra scatta il semaforo verde cosΓ¬ per togliermi dalla posizione ottimale, do una leggera accelerata e mi metto davanti alle auto, guardo nello specchietto e vedo il ragazzo con la Honda fermo che non riusciva a partire, cosΓ¬ mi sono fermato, chiedendogli cosa avesse la moto, lui mi rispose che non partiva piΓΉ, con buona probabilitΓ  era la batteria che era andata. CosΓ¬ ci mettiamo d'accordo per fare “piedino”, non quello che si fa sotto i tavoli al ristorante, ma un metodo attuato dai motociclisti per far partire le moto che fanno capricci, ovvero, quello con la moto che non parte, sale e l'altro lo spinge con il piede aiutandosi con la moto, ovviamente, facendo questo metodo il ragazzo che spinge fa una fatica immane perchΓ© con la sola gamba deve spingere la moto con il ragazzo sopra, per fare un rapido conto, 190kg di moto piΓΉ 80kg di uomo fanno 270kg da spingere, quindi ci vuole una bella gamba!

Dopo circa trenta minuti di tentativi e imprecazioni varie rivolte alle divinitΓ  piΓΉ particolari, siamo riusciti a far partire il quattro cilindri giapponese. Tutto bene. Ci siamo stretti la mano, io ho ripreso la mia strada e lui la sua. Tornando perΓ² ho riflettuto sul fatto che, in quel lasso di tempo, erano passate svariate macchine, alcune moto e molti scooter, ma nessuno si Γ¨ fermato. Con dei cavi la moto sarebbe partita subito senza fare problemi.
Ormai si Γ¨ perso uno dei valori fondamentali, la solidarietΓ .

Se tutti ci aiutassimo anche nelle cose piΓΉ piccole, probabilmente avremmo molti meno problemi. Mi viene in mente l'immigrazione: invece di aiutare quelle povere persone che hanno giΓ  sofferto molto, nel migliore dei casi molti vanno ad urlare frasi del tipo :” Tornatene a casa tua, non ti vogliamo”, i piΓΉ lungimiranti invece accolgono a braccia aperte queste persone per poi guadagnarci sopra. Prima di fare ogni ragionamento, commento su una persona in difficoltΓ , provate a mettervi nei suoi panni e vedrete come cambiano le cose e anche a voi farebbe molto piacere avere una mano sincera da cui ricevere aiuto. Con un piccolo fatto che mi Γ¨ accaduto ho capito molte cose e ora determinati argomenti li vedo in modo completamente diverso.

NiccolΓ² Fameli

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