Riepilogo di un viaggio in solitaria
Un viaggio per essere indimenticabile deve avere tre componenti fondamentali.
Deve stupirti quando, alla sera, ripensi a quanta strada hai fatto e quante cose ti sono successe in un solo giorno. Deve portarti chiederti almeno una volta "dove sono finito?". Deve sorprenderti con incontri inaspettati lungo la strada. Se c'Γ¨ tutto questo, quel viaggio lascerΓ il segno, indipendentemente dalla durata e dai posti visitati.
Il mio viaggio nel Nord della Sardegna Γ¨ riuscito nell'intento, mi ha lasciato un'infinitΓ di bei momenti e di lezioni che faticherΓ² a dimenticare.
Ho avuto la possibilitΓ di vedere la Sardegna "vera", quella meno turistica. Sia perchΓ©, a causa del periodo, anche i posti piΓΉ conosciuti come Sassari, Alghero, Stintino e Castelsardo, erano meno affollati, sia perchΓ© avendo poco tempo ho dovuto prendere delle scorciatoie che mi hanno portato fuori dai circuiti piΓΉ turistici. Il bello di spostarsi in autostop Γ¨ proprio questo: essere costretti ad attraversare zone a malapena abitate e incontrare i paesini piΓΉ sperduti, procedendo un po' a caso nella miriade di nomi di posti mai sentiti.
à così che sono arrivato a Palmadula. Stavo andando a Stintino e dopo parecchi chilometri a piedi prendo un paio di passaggi, il secondo dei quali mi lascia "in paese". A quel punto mi ritrovo all'imboccatura di un gruppo di casette immerso nelle colline verdeggianti, in giro non c'era praticamente anima viva e c'erano solo una chiesetta, qualche negozio chiuso e un tipico bar di paese, un po' cupo e con dentro solo un paio di vecchietti. Camminando per le poche strade e stando seduto nella grande piazza respiravo una calma irreale: nella sua semplicità e nella sua estrema tranquillità , è stata una delle sorprese più belle del viaggio.
In realtΓ non avevo un vero e proprio programma da seguire per cui sono stati molti i posti trovati per caso che si sono poi rivelati particolarmente belli, come il centro storico di Alghero e il Parco Naturale di Capo Caccia, consigliatimi da un ragazzo che mi ha dato un passaggio, la zona vecchia di Sassari, in cui sono capitato cercando un posto dove mangiare per poi decidere di perdermi tra le sue viuzze e le sue case ammassate, e l'infinitΓ di scorci, sia sulla costa che nell'interno, che ho incontrato mentre camminavo in attesa di un passaggio.
Ed Γ¨ proprio grazie all'autostop che ho conosciuto la maggior parte delle persone, condividendo con loro un tratto di strada e un pezzo delle nostre storie.
Ho preso piΓΉ di venti passaggi da persone di ogni etΓ e provenienza, dai sardi che mi davano consigli su cosa vedere, alle coppie di tedeschi in camper con cui faticavo a comunicare a causa dell'improbabile pronuncia dell'inglese.
Con alcune persone, perΓ², Γ¨ stato diverso: non ci siamo limitati a parlare del piΓΉ e del meno ma, anche se molto brevemente, abbiamo condiviso le nostre esperienze, e visto che la mia storia era sempre la stessa, preferivo ascoltare la loro. Tra i sardi c'era chi, pur essendo orgoglioso della propria regione, viveva la sua provenienza quasi come una limitazione, chi era arrivato sull'isola per un lavoro stagionale ed aveva trovato l'amore e messo radici, chi, non trovando lavoro, si era reinventato pizzaiolo in Germania ed edicolante a Genova per poi tornare in patria e chi, dopo diversi viaggi in autostop in gioventΓΉ, aveva comprato un van, lo aveva "camperizzato" e passava gran parte della pensione a girare l'Europa.C'Γ¨ stato poi un'incontro davvero particolare, quello con Benedetto. Non trovando un posto per piantare la tenda, il secondo giorno ho contattato una persona che mi aveva detto di avere delle conoscenze in Sardegna e mi ha dato il numero di Benedetto, un suo amico che, insieme a sua moglie Filomena, mi ha offerto un letto e un pasto caldo, nonostante fossi un perfetto sconosciuto e si Γ¨ poi anche rivelato una persona molto interessante con la quale ho parlato delle cose piΓΉ disparate.
Probabilmente in futuro tornerò in Sardegna: non posso dire di averla vista veramente, essendoci stato così poco e avendone visitato solo una piccola parte. Posso però dire di aver imparato ed esserne uscito un po' cresciuto.
Si Γ¨ trattato per lo piΓΉ di piccole cose: organizzare lo zaino, campeggiare, mettere alla prova il mio inglese, gestire soldi e cibo per piΓΉ giorni, orientarsi nel complesso sistema di trasporti pubblici, cose che perΓ² nell'insieme hanno arricchito il mio bagaglio di esperienze.
Tutto questo Γ¨ stato possibile anche perchΓ© ero da solo. Quasi sicuramente, in compagnia mi sarei divertito di piΓΉ, ma viaggiare da solo mi ha consentito di fare una serie di errori dovuti all'inesperienza dai quali ho potuto imparare e mi ha permesso di capire che sono in grado di cavarmela da solo nonostante ci siano molte cose in cui devo ancora migliorarmi.
Matteo Caramaschi
Deve stupirti quando, alla sera, ripensi a quanta strada hai fatto e quante cose ti sono successe in un solo giorno. Deve portarti chiederti almeno una volta "dove sono finito?". Deve sorprenderti con incontri inaspettati lungo la strada. Se c'Γ¨ tutto questo, quel viaggio lascerΓ il segno, indipendentemente dalla durata e dai posti visitati.
Il mio viaggio nel Nord della Sardegna Γ¨ riuscito nell'intento, mi ha lasciato un'infinitΓ di bei momenti e di lezioni che faticherΓ² a dimenticare.
Ho avuto la possibilitΓ di vedere la Sardegna "vera", quella meno turistica. Sia perchΓ©, a causa del periodo, anche i posti piΓΉ conosciuti come Sassari, Alghero, Stintino e Castelsardo, erano meno affollati, sia perchΓ© avendo poco tempo ho dovuto prendere delle scorciatoie che mi hanno portato fuori dai circuiti piΓΉ turistici. Il bello di spostarsi in autostop Γ¨ proprio questo: essere costretti ad attraversare zone a malapena abitate e incontrare i paesini piΓΉ sperduti, procedendo un po' a caso nella miriade di nomi di posti mai sentiti.
à così che sono arrivato a Palmadula. Stavo andando a Stintino e dopo parecchi chilometri a piedi prendo un paio di passaggi, il secondo dei quali mi lascia "in paese". A quel punto mi ritrovo all'imboccatura di un gruppo di casette immerso nelle colline verdeggianti, in giro non c'era praticamente anima viva e c'erano solo una chiesetta, qualche negozio chiuso e un tipico bar di paese, un po' cupo e con dentro solo un paio di vecchietti. Camminando per le poche strade e stando seduto nella grande piazza respiravo una calma irreale: nella sua semplicità e nella sua estrema tranquillità , è stata una delle sorprese più belle del viaggio.
In realtΓ non avevo un vero e proprio programma da seguire per cui sono stati molti i posti trovati per caso che si sono poi rivelati particolarmente belli, come il centro storico di Alghero e il Parco Naturale di Capo Caccia, consigliatimi da un ragazzo che mi ha dato un passaggio, la zona vecchia di Sassari, in cui sono capitato cercando un posto dove mangiare per poi decidere di perdermi tra le sue viuzze e le sue case ammassate, e l'infinitΓ di scorci, sia sulla costa che nell'interno, che ho incontrato mentre camminavo in attesa di un passaggio.
Ed Γ¨ proprio grazie all'autostop che ho conosciuto la maggior parte delle persone, condividendo con loro un tratto di strada e un pezzo delle nostre storie.
Ho preso piΓΉ di venti passaggi da persone di ogni etΓ e provenienza, dai sardi che mi davano consigli su cosa vedere, alle coppie di tedeschi in camper con cui faticavo a comunicare a causa dell'improbabile pronuncia dell'inglese.
Con alcune persone, perΓ², Γ¨ stato diverso: non ci siamo limitati a parlare del piΓΉ e del meno ma, anche se molto brevemente, abbiamo condiviso le nostre esperienze, e visto che la mia storia era sempre la stessa, preferivo ascoltare la loro. Tra i sardi c'era chi, pur essendo orgoglioso della propria regione, viveva la sua provenienza quasi come una limitazione, chi era arrivato sull'isola per un lavoro stagionale ed aveva trovato l'amore e messo radici, chi, non trovando lavoro, si era reinventato pizzaiolo in Germania ed edicolante a Genova per poi tornare in patria e chi, dopo diversi viaggi in autostop in gioventΓΉ, aveva comprato un van, lo aveva "camperizzato" e passava gran parte della pensione a girare l'Europa.C'Γ¨ stato poi un'incontro davvero particolare, quello con Benedetto. Non trovando un posto per piantare la tenda, il secondo giorno ho contattato una persona che mi aveva detto di avere delle conoscenze in Sardegna e mi ha dato il numero di Benedetto, un suo amico che, insieme a sua moglie Filomena, mi ha offerto un letto e un pasto caldo, nonostante fossi un perfetto sconosciuto e si Γ¨ poi anche rivelato una persona molto interessante con la quale ho parlato delle cose piΓΉ disparate.
Probabilmente in futuro tornerò in Sardegna: non posso dire di averla vista veramente, essendoci stato così poco e avendone visitato solo una piccola parte. Posso però dire di aver imparato ed esserne uscito un po' cresciuto.
Si Γ¨ trattato per lo piΓΉ di piccole cose: organizzare lo zaino, campeggiare, mettere alla prova il mio inglese, gestire soldi e cibo per piΓΉ giorni, orientarsi nel complesso sistema di trasporti pubblici, cose che perΓ² nell'insieme hanno arricchito il mio bagaglio di esperienze.
Tutto questo Γ¨ stato possibile anche perchΓ© ero da solo. Quasi sicuramente, in compagnia mi sarei divertito di piΓΉ, ma viaggiare da solo mi ha consentito di fare una serie di errori dovuti all'inesperienza dai quali ho potuto imparare e mi ha permesso di capire che sono in grado di cavarmela da solo nonostante ci siano molte cose in cui devo ancora migliorarmi.
Matteo Caramaschi
Commenti
Posta un commento