Carnevale a Ivrea
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La mattina del 10 febbraio prendiamo al volo il treno che da Genova ci porta, in un paio d'ore, a Torino Porta Nuova. Giriamo poco più di due ore nel capoluogo piemontese, andando quasi completamente a caso ma riuscendo comunque a farci un'idea della città , dopodichè torniamo in stazione e prendiamo un altro treno. Diciotto minuti dopo siamo a Chivasso, uno di quei paesoni un po' anonimi tipici della Pianura Padana, ci prendiamo un caffè in un altrettanto tipico bar di provincia e poi, dato che il treno andava a Milano e non avevamo voglia di aspettare un'ora in stazione, continuiamo il viaggio sulla strada. Chiediamo indicazioni a un signore che ci indica la direzione e, stupito nel vederci a piedi, ci dice che sono più di 30 chilometri, usciamo dal paese, camminiamo ancora per un po' e finalmente una macchina si ferma. Inizialmente regna il silenzio poi facciamo amicizia con la giovane coppia, tanto che decidono di deviare dal loro percorso per portarci direttamente a Cascinette D'Ivrea. Siamo in largo anticipo, così, prima, andiamo in un campo trovato per caso e facciamo merenda e dopo raggiungiamo la casa del nostro amico, dove ci riposiamo e ceniamo.
Dopo cena raggiungiamo a piedi il centro di Ivrea e iniziamo a respirare l'atmosfera del carnevale.
La nostra "guida" ci spiega che ci sono nove squadre di aranceri: Assi di Picche, Morte, Scacchi, Mercenari, Tucchini del Borghetto, Diavoli, Pantere Nere, Scorpioni d'Arduino e Credendari. Ognuna di esse ha una sua zona di battaglia all'interno o subito fuori dal centro storico, contraddistinta da stemmi e striscioni, con discoteca all'aperto e bancarelle di cibi e bevande. Lo scopo della serata Γ¨ proprio questo, divertirsi mangiando, ballando e soprattutto bevendo tutti insieme: non Γ¨ raro vedere persone di squadre rivali festeggiare insieme.
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Discoteca all'aperto dei Picche |
Noi purtroppo ci siamo persi la mugnaia mentre facevamo un giro al di fuori del centro, troppo confusionario per passarci l'intera serata, ma abbiamo comunque assistito alla fantastica e travolgente atmosfera gonfia di gioa ed euforia, causata sia dall'alcool che, soprattutto, dall'arrivo di quello che per molti Γ¨ l'evento principale dell'anno.
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Battaglia nella piazza principale |
Questo evento si rifà alla rivolta scatenata dalla mugnaia: le migliaia di aranceri a piedi divisi nelle nove squadre con relativa casacca rappresentano il popolo in rivolta, quelli a gruppi di dieci o dodici sui carri trainati dai cavalli rappresentano la nobiltà e l'esercito a favore del decapitato marchese. I carri fanno il giro di tutte le piazze per scontrarsi con le varie squadre e con i loro aranceri "sottocarro" i quali seguono a distanza ravvicinata un carro intraprendendo un duello con uno degli avversari: molto spesso, una volta usciti dalla piazza, gli avversari si complimentano e si stringono la mano in segno di rispetto, per il coraggio o per l'abilità . La battaglia dura tre pomeriggi, da domenica a martedì all'incirca dalle 3:00 alle 5:30; alla fine del terzo giorno verranno nominati un vincitore per i carri e uno per le squadre.
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Cappelli rossi all'ingresso della zona di tiro |
e vista la propensione a eccedere con gli "scherzi" a chi non aveva il cappello abbiamo deciso di uscire.
Anche se alla fine la battaglia per noi è durata poco, nel complesso è stata una bellissima esperienza che straconsigliamo e che non vediamo l'ora di rifare, magari mettendo il cappello rosso e restando da sabato a lunedì per vivere appieno quello che senza dubbio è il miglior carnevale d'Italia.
Matteo Caramaschi
Matteo Caramaschi
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