"Pane e Rose" 2025/2026
Nel 2021 Γ¨ nata una splendida iniziativa ideata da tre docenti sensibili alla tematica: Prof. Croci, Prof.ssa Marsilii, Prof. Contu, con l'obiettivo di creare una spazio di confronto e condivisione dedicato a tutte le ragazze del Nautico. L'idea nasce dal desiderio di offrire un momento tutto al femminile in un ambiente tradizionalmente dominato dalla presenza maschile, dove spesso puΓ² risultare difficile esprimersi liberamente o sentirsi rappresentate. Essere all'interno di un istituto con prevalenza maschile non Γ¨ sempre semplice per una ragazza: bisogna sapere tener testa, andare avanti con determinazione e non lasciarsi abbattere dai pregiudizi. Questa iniziativa Γ¨ nata proprio per dare forza, consapevolezza, sostegno e voce a tutte quelle studentesse che ogni giorno si impegnano a far capire a tutta la scuola che le competenze non hanno genere. Gli incontri offrono uno spazio libero dove tutte le ragazze possono esprimere le proprie insicurezze, conoscersi, aiutarsi a vicenda e soprattutto a prendere consapevolezza delle proprie capacitΓ e del proprio valore. Nelle precedenti edizioni si Γ¨ discusso di temi fondamentali come il rispetto, la paritΓ di genere, il valore delle donne nella societΓ e il coraggio di farsi sentire. Col tempo il progetto Γ¨ diventato un vero simbolo di unitΓ e di crescita. Con questo articolo ci tenevamo particolarmente a far conoscere alle nuove arrivate cosa rappresenta davvero "Pane e Rose", vogliamo che si sentano accolte, comprese e a casa. PerchΓ© "Pane e Rose" Γ¨ soprattutto questo: un abbraccio simbolico tra ragazze, un modo per ricordarci che pur essendo in un ambiente prevalentemente maschile noi non siamo invisibili, noi possiamo costruirci un futuro con le nostre mani e un giorno poter dire con orgoglio di avercela fatta, proprio come tante ragazze che hanno concluso questi cinque anni e si fanno valere nel mondo del lavoro.
Ci tenevamo a fare una breve sintesi di ricordo su uno degli argomenti che Γ¨ stato trattato lo scorso "Pane e Rose". Quattro studentesse della scorsa 3cn-c, hanno letto delle lettere immaginando di essere quattro vittime di femminicidio. Una di queste Γ¨ Sara Campanella, una giovane studentessa universitaria alla quale Γ¨ stata tolta la vita.
Mi chiamo Sara Campanella. Ho ventidue anni, o meglio… li avevo.
Ero una studentessa universitaria, iscritta a Tecniche di Laboratorio Biomedico a Messina. Venivo da Misilmeri, un paese vicino Palermo. Avevo sogni normali: una laurea, un lavoro, magari un laboratorio tutto mio, e un futuro costruito con le mie forze. Passavo le giornate tra libri, tirocinio, appunti e chiacchiere con le amiche. Ogni tanto mi lamentavo, ma ero felice. Una felicitΓ semplice, fatta di piccole cose. Ma c’era lui, Stefano. Un collega, uno che mi stava sempre troppo vicino. All’inizio sembrava gentile, presente, quasi premuroso. Ma col tempo, quella gentilezza si Γ¨ trasformata in qualcosa di piΓΉ scuro. Mi scriveva, mi cercava, mi seguiva. Io non gli avevo mai dato modo di credere che ci potesse essere qualcosa. Non ero interessata. E lui lo sapeva. PiΓΉ lo evitavo, piΓΉ si faceva insistente. Mi faceva sentire osservata, controllata. Una presenza che non potevo scrollarmi di dosso. L’avevo confidato ad alcune amiche, avevo detto “ho paura”, ma non avevo denunciato. PerchΓ©? Forse per la solita illusione che certe cose “non succedono davvero”. O forse perchΓ© nessuno mi aveva mai insegnato quanto sia pericoloso ignorare quei segnali. Il 31 marzo, avevo appena finito il tirocinio. Era una giornata come tante. Camminavo per strada, a due passi dallo stadio Celeste. Lui era lΓ¬. Non so da quanto mi stesse seguendo. Mi ha fermata, mi ha parlato, non ricordo neanche le parole esatte. Poi ha tirato fuori un coltello. Cinque colpi. Il sangue, il freddo, il vuoto. Sono morta lΓ¬, davanti al mondo che continuava a girare. Ora tutti parlano di me. Parlano della mia bellezza, dei miei sogni spezzati, della violenza che mi ha strappato la vita. Ma io non sono solo un volto su un manifesto, non sono solo l’ennesima vittima. Ero una ragazza che non voleva altro che vivere in pace. Che non ha mai fatto del male a nessuno. Eppure, eccomi qui. Un nome su una lista troppo lunga.
Cosa ho fatto per meritarmi questo?
Non Γ¨ colpa mia
Speriamo che anche quest'anno "Pane e Rose" possa essere un momento di unione, ascolto e crescita per tutte noi.
Ci vediamo il 1° dicembre con il primo "Pane e Rose" dell'anno scolastico 2025/2026.
Giulia Clemente
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