Il calcio, secondo me
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| In partita con il Granarolo nel 2013 |
-- Il calcio è uno degli sport più interessanti non solo perché è bello da vedere o perché è quello più praticato ma per tutto quello che trasmette sia a livello di emozioni sia a livello di insegnamenti. Io ho iniziato all'età di 5 anni e da allora è diventata la mia più grande passione. Ho scelto questo sport non solo per la curiosità , ma principalmente per seguire mio papà che come me ha questa passione. Ho iniziato a giocare nel A.S.D Granarolo, una squadra di provincia e giocavo con i miei amici di zona, insieme abbiamo condiviso tanto: vittorie, trofei di squadra e individuali ma soprattutto sconfitte che ci hanno fatto crescere tanto a livello collettivo e individuale. Negli anni successivi ho girato per qualche squadra di provincia senza la passione di prima a causa del mio fisico, un parziale sovrappeso, che secondo gli allenatori non era adatto per giocare. Oltre a questo in quegli anni facevo fatica ad esprimermi perché a causa di qualche problema avevo perso molta autostima in me stesso; in quel periodo il calcio per me era diventato uno stress, un ambiente tossico dove andava avanti chi pagava e non chi meritava e ancora oggi è così: i sacrifici e la passione vengono messi da parte rispetto a cose superficiali come ad esempio l'aspetto fisico o le raccomandazioni. Da due anni a questa parte però ho capito che il calcio, o lo sport in generale, deve essere un divertimento ma anche un impegno da portare fino in fondo. Avendo capito questo, ho ritrovato me stesso: meno pressioni, più leggero di testa e più divertimento, grazie a tutto ciò sono tornato ad essere quello di prima e riesco ad esprimere al meglio le mie qualità . Ad oggi gioco nel Priaruggia G. Mora, una società che ha come obbiettivo la crescita calcistica ed umana dei ragazzi. Quando ho iniziato questo percorso ero molto spaventato, nuovi compagni, nuovo ambiente e nuovi obbiettivi. Mi sono integrato bene fin da subito, sia con i compagni che con lo staff. I primi tempi dal punto di vista dei risultati non è andata benissimo ma col tempo abbiamo creato un gruppo spettacolare, come una seconda famiglia e ci siamo uniti più che mai. Ad oggi a livello di squadra ci stiamo togliendo parecchie soddisfazioni e sono sicuro che andando avanti me ne toglierò anche dal punto di vista individuale. Infine, penso che tutti devono avere qualcosa che li renda felici, uno sport o un hobby, l'importante è che ci sia costanza, rispetto dell'impegno preso e un buon equilibrio con se stessi.
Alessandro Callea

Bravo nell’ esposizione, stupenda la foto, da vero poeta del calcio
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