The holdovers- lezioni di vita


The Holdovers- lezioni di vita Γ¨ un film davvero particolare poichΓ© cerca di portare a schermo una storia malinconica e tendente al dramma con perΓ² marcati toni umoristici. Il che genera nello spettatore diversi sapori, a volte contrastanti, i quali lasciano, almeno personalmente, un po' disorientati. 

La trama
Siamo alla Burton Academy, New England, corre l'anno 1970 ed è qui che uno scorbutico professore ed un problematico studente si trovano costretti a passare insieme le vacanze natalizie. In compagnia della cuoca Mary, i due sono costretti a convivere, rendendosi presto conto che nonostante i diversi (quasi opposti) temperamenti, sono stati entrambi marchiati da uno stesso fato, una stessa sorte. È proprio imparando a conoscersi e comprendersi l'un l'altro, condividendo ansie, delusioni e fallimenti, che i due riusciranno per la prima volta dopo tempo a guardare al futuro con occhi speranzosi.

Un'agrodolce occasione mancata
Il problema che del film salta piΓΉ all'occhio (ma di certo non l'unico) riguarda come esso Γ¨ strutturato. Di fatti gli spettatori assistono ad un'introduzione iniziale ben fatta (in cui vengono limpidamente chiariti trama e personaggi) seguita, perΓ², da una prima parte assolutamente futile, a metΓ  tra introduzione e partenza effettiva della storia, che non ha altri effetti se non quello di portare via tempo alla pellicola tutta. L'unica modifica che apporta al film Γ¨ quella di presentare ed approfondire appena dei personaggi che nel giro di 30 minuti saranno completamente rimossi, tornando solo per pochi secondi alla fine. 
Il film si avvia concretamente intorno ai 50 minuti. A causa del tempo perso dovuto a questa prima parte, deve inevitabilmente accelerare per riuscire a stare nei tempi, trascurando molti dettagli che avrebbero dato maggior peso e profonditΓ  alla pellicola e, soprattutto, ai personaggi. 

Questi ultimi, in particolare, rappresentano uno dei grandi fallimenti del film. Per quanto il loro background possa magari sembrare ad alcuni un po' banale e ripetitivo, personalmente l'ho trovato accattivante e molto promettente. Ritengo invece un completo fiasco ciò che sarebbe dovuto essere uno dei cardini del film, cioè l'evoluzione dei personaggi.


Il tetragono professor Hunham, che indubbiamente rappresenta la parte piΓΉ comica del film, si sarebbe dovuto scontrare violentemente col ribelle Angus Tully, e da questo big bang sarebbero dovuti emergere dei profondi rimescolamenti di entrambe le coscienze e le visioni del mondo. All'interno della pellicola questo, effettivamente, avviene, ma non nella maniera intima e toccante che mi aspettavo. Le interazioni presenti tra i due, sia a causa del relativamente breve tempo che il film dedica loro, sia per via di una regia non particolarmente incisiva, non sono sufficienti a farci immedesimare nei protagonisti, a farci sentire anche solo una parte del peso che ci viene detto provino durante gli avvenimenti. Questa Γ¨ una grande occasione sprecata, perchΓ© sia le premesse sia gli interpreti erano veramente promettenti, e il risultato mi ha lasciato a bocca asciutta. 

Sono rimasto deluso anche dall'ultimo protagonista, la cuoca Mary, forse il piΓΉ eclatante caso tra tutti di ottime premesse e pessime evoluzioni. La conosciamo come una madre in lutto che ha recentemente perso il figlio in Vietnam e che annega la propria sofferenza in solitudine e depressione. Tuttavia grazie alla vicinanza con Hunham e Tully riesce finalmente a voltare pagina e guardare al domani. 
Tutto molto bello, certo. Una Da'Vine Joy Randolph strepitosa, nessuno lo mette in dubbio. Ma il presunto viaggio di catarsi che Mary ha percorso, Γ¨ praticamente lasciato all'immaginazione. 
Non sono presenti eventi all'interno della pellicola che facciano pensare ad una pacificazione interna della donna, nΓ© dialoghi o rivelazioni che le permettano un rasserenamento. Non si ha la piΓΉ minima tappa di crescita. Si parte con una profonda disperazione, la quale arriva fino alla metΓ  inoltrata del film, per poi venire frettolosamente rimpiazzata da una rinnovata e serafica risolutezza, senza ragione alcuna.


È proprio questa superficiale scrittura dei personaggi la causa della principale disfatta del film, quella di non riuscire nel suo obbiettivo. Lo scopo era chiaramente quello di mostrare il muro delle difficoltΓ  contro cui tutti (una volta o l'altra) sbattono, facendo perΓ² notare come alcuni ci sbattano piΓΉ violentemente di altri, e di come per loro la ripresa sia particolarmente difficoltosa. A questo, perΓ², il film vuole alternare un elemento di ottimismo, speranza per il futuro, che trova il suo fulcro nella condivisione di quanto passato, nella consapevolezza che, nonostante le avversitΓ , non si Γ¨ mai veramente soli. È proprio grazie a questo che i nostri tre protagonisti riescono a superare le avversitΓ .
Il film voleva instillare questa sensazione tramite una rappresentazione agrodolce degli eventi, un'emulsione di dramma e comicitΓ , che sarebbe stata incarnata dal burrascoso rapporto tra i due protagonisti. Ma proprio a causa della sbrigativa costruzione del legame fra i due, il film fallisce nelle sue intenzioni, non riuscendo a far passare l'ottimistico messaggio per l'avvenire, se non in maniera alquanto vaga.

Proprio questo fallimento porta lo spettatore a valutare il film semplicemente come un filmetto comico che ha fatto fare due risate, ricordandolo solamente per alcune scene umoristiche e considerando le parti drammatiche solo degli strumenti per fare campo, per dare contesto. Pensare questo Γ¨ sbagliato, perchΓ© esse avevano un preciso senso, ma a causa della superficialitΓ  del film vengono percepite come secondarie, non viene compreso il profondo messaggio di speranza che il film vuole veicolare. 

In definitiva si puΓ² asserire che non Γ¨ un brutto film, ma sarebbe potuto essere molto meglio.
Il suo irrimediabile destino sarΓ  quello di essere ricordato solo come un filmetto comico, trasmesso ogni tanto in tv, magari sotto il periodo natalizio, e le famiglie lo riguarderanno distrattamente mentre mangiano cena.

Martino Garnero 



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