Quella barriera di filo spinato ai confini dell'Europa
L’ultimo punto rappresenta senza dubbio la questione fondamentale di ciΓ² che sta succedendo attualmente al confine tra Bielorussia e Polonia. Da diversi mesi al confine orientale polacco si sono insediati, o meglio, sono state spinte migliaia di migranti. Ma da chi? E soprattutto, perchΓ©?
Tutto inizia con il dirottamento delle elezioni presidenziali bielorusse di agosto 2020, dove furono esclusi dieci candidati e le accuse di manipolazione scatenarono manifestazioni e proteste in tutto lo Stato. Ne uscΓ¬ vincitore l’attuale presidente, Lukashenko, che attuΓ² dure misure nei confronti dell’opposizione e dei giornalisti, motivi per cui l’Unione Europea ha applicato diverse dure, meritate ma insufficienti sanzioni.
Tutto inizia con il dirottamento delle elezioni presidenziali bielorusse di agosto 2020, dove furono esclusi dieci candidati e le accuse di manipolazione scatenarono manifestazioni e proteste in tutto lo Stato. Ne uscΓ¬ vincitore l’attuale presidente, Lukashenko, che attuΓ² dure misure nei confronti dell’opposizione e dei giornalisti, motivi per cui l’Unione Europea ha applicato diverse dure, meritate ma insufficienti sanzioni.
Il neopresidente bielorusso non ha perso tempo per vendicarsi e oltre 3 mesi fa, ha iniziato prima ad accogliere e poi a condurre, spingere i migranti verso la Polonia.
Il governo di Varsavia, Bruxelles e la Nato descrivono il fenomeno come una “guerra ibrida”. Da una parte Lukashenko ammassa i migranti, per la maggior parte iracheni e siriani, lungo il confine. Dall’altra parte del confine, milizie civili e nazionaliste e forze armate polacche respingono la massa di persone e nel frattempo costruiscono un muro. I migranti sono costretti ad aspettare in mezzo a due file di soldati, come palle da tennis vengono spediti da una parte all’altra senza sapere da che lato cadranno.
Nel frattempo il governo polacco, di estrema destra, sfrutta la situazione per fare propaganda e per ottenere una sorta di vantaggio politico, accusando l’opposizione di occuparsi solo dei migranti e non dei problemi interni. Una strategia subdola utilizzata da molti politici, come noto a tutti, con slogan simili ai classici “polacy pierwsi!”.
Il governo di Varsavia, Bruxelles e la Nato descrivono il fenomeno come una “guerra ibrida”. Da una parte Lukashenko ammassa i migranti, per la maggior parte iracheni e siriani, lungo il confine. Dall’altra parte del confine, milizie civili e nazionaliste e forze armate polacche respingono la massa di persone e nel frattempo costruiscono un muro. I migranti sono costretti ad aspettare in mezzo a due file di soldati, come palle da tennis vengono spediti da una parte all’altra senza sapere da che lato cadranno.
Nel frattempo il governo polacco, di estrema destra, sfrutta la situazione per fare propaganda e per ottenere una sorta di vantaggio politico, accusando l’opposizione di occuparsi solo dei migranti e non dei problemi interni. Una strategia subdola utilizzata da molti politici, come noto a tutti, con slogan simili ai classici “polacy pierwsi!”.
Mentre i paesi maggiormente interessati trattano la faccenda per scopo politico, migliaia di persone hanno lasciato la loro terra di origine, per sostare in attesa dell’ignoto al confine dell’Europa, ciΓ² che sconcerta di piΓΉ Γ¨ l’indifferenza della maggior parte dei paesi europei e non, non si profila nessun intervento diretto a risolvere la questione e si tacciono o minimizzano i fatti per ciΓ² che rappresenta un vero e proprio crimine contro l’umanitΓ e una flagrante violazione di diritti fondamentali. La Bielorussia utilizza i migranti per esercitare pressione nei confronti dell'Europa e il governo polacco non aiuta i migranti, ma li sfrutta per deviare l’attenzione dai loro recenti problemi con l'UE.
Non dovrebbe essere data per scontata la tutela dei diritti umani, pur senza una Convenzione? E le Nazioni non dovrebbero tutelare i diritti umani, anche senza aver formalmente aderito?
Gianluigi Giugno
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