Classi a cielo aperto: Vogliamo un futuro anche noi e non sugli schermi
La manifestazione degli studenti del 15 gennaio 2021 |
Venerdì 15 gennaio 2021 si è svolto un presidio indetto da Sedicicento, un collettivo di studenti medi, per il ritorno a scuola in sicurezza.
L'incontro si Γ¨ svolto dalle 9:30 a De Ferrari; durante tutto il presidio, partecipato da studenti medi e universitari ma anche da insegnanti, genitori e cittadini, ci sono stati degli interventi per confrontarsi e dialogare su quello che tutti noi da mesi stiamo subendo: la Didattica a Distanza.
Tutti coloro che sono intervenuti hanno manifestato il loro dissenso verso questo tipo di scuola e verso le istituzioni che sembra non vogliano assumersi le responsabilità di questa chiusura così prolungata; poco o nulla è stato fatto nulla per aumentare il trasporto pubblico e cercare altri spazi per una didattica sicura. E quel poco che è stato fatto è risultato inutile, uno spreco di soldi pubblici: vedi ad esempio i banchi con le rotelle. Sarebbe stato più opportuno assumere decine di migliaia di insegnanti in modo tale da poter ridurre il numero medio di studenti per classe e ristrutturare edifici abbandonati, convertendoli a finalità educative.
Molti studenti hanno affermato che il loro diritto allo studio viene negato: la scuola si basa sul rapporto di vicinanza anche fisica tra docente e alunno, quando questo viene a mancare la scuola non si puΓ² piΓΉ chiamare tale.
Questo viene dimostrato dai 34 mila studenti che si stanno smarrendo per questo tipo di didattica: ad esempio non collegandosi piΓΉ, seguendo le lezioni in pigiama e dal letto, perdendo l’interesse nella partecipazione alle attivitΓ scolastiche. Chi si perde? di solito sono coloro che hanno meno risorse economiche e culturali oltre che portatori di svantaggi, come ad esempio le varie disabilitΓ .
Per me Γ¨ stato positivo in questa occasione incontrare un professore del nautico con cui ho avuto un interessante dialogo. Ho provato a comprendere attraverso le sue parole come gli insegnanti vivono la DAD. Ho capito che quello che sentiamo noi studenti Γ¨ molto simile a quello che sentono anche i docenti: anche loro soffrono del tenere accese le telecamere poichΓ© si violano degli spazi personali che non tutti vogliono condividere. Anche per loro i momenti in cui la scuola rivive sono importanti per sentirsi nuovamente insegnanti.
Questo presidio anche se poco partecipato Γ¨ stato positivo perchΓ© ci siamo potuti collegare tra studenti di diverse scuole sperando di continuare in futuro per un ritorno a scuola e per una didattica non classista , che non emargini i piΓΉ deboli, e piΓΉ coinvolgente. Vogliamo un futuro anche noi e non sugli schermi.
Pietro Queirolo Palmas
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