Ciao Patrizia

Non doveva succedere. La prima notizia della Gazzetta di quest'anno Γ¨ di quelle che non vorremmo mai dare. Stamattina, nella palestra della sede in Darsena, si Γ¨ svolto il funerale della nostra cara amica e collega Patrizia Bottaro.
La palestra - la sua palestra - era gremita di persone, e altre sono rimaste fuori affollando il cortile. La sua famiglia, il suo coro, i suoi studenti, i suoi amici, i suoi atleti, i suoi colleghi, tutti eravamo lì a salutarla e a guardaci e a stringerci, capendo tutto in una volta quanto ci sarebbe mancata.
Alcuni ragazzi del Nautico, immobili e serissimi, fanno picchetto d'onore, ignorando le lacrime silenziose che rigano loro le guance.
In realtà Patrizia ci ha regalato ancora una volta - ancora! - un momento bellissimo. Ha ancora una volta pensato a noi. Così le voci melodiose del suo coro ci hanno commosso e ci hanno strappato un sorriso tra le lacrime, con le canzoni che Patrizia ha scelto per salutarci. Le persone a lei più care hanno condiviso alcuni ricordi speciali: solo alcuni perché era impossibile rendere in poche parole l'incredibile vitalità di Pat, la sua ironia, il suo modo instancabile di regalare amore e bellezza e allegria. "Voi che la conoscete, lo sapete..." Ci si guarda, ci si appella allo sguardo dell'altro: lo sapete, lo sapete che è difficile ricordarla senza sminuirla, lo sapete che non sono frasi retoriche. Chi parla ha la voce rotta dal pianto, e sa che le sue parole sono qualcosa, ma non bastano. Per fortuna in quella palestra ci sentiamo davvero uniti, e, sì, certo che lo sappiamo, perchè Patrizia, in momenti diversi, in modi diversi, ci ha regalato un pezzetto della sua luce e tutti la custodiamo gelosamente.
Lungo una parete della palestra scorrono alcune delle sue foto, con i suoi atleti della Special Olympics, con i suoi studenti, con il suo compagno, abbracciata al suo cane, che ora, smarrito e uggiolante, cerca risposte, tra le mille persone che ha intorno nella palestra del Nautico.
Patrizia ha vissuto moltissimo: ha avuto dalla vita immensi dolori, e nel dolore non ha mai, mai, mai smesso di cercare e di regalare gioia. L'unica cosa che possiamo portare di là è l'amore che abbiamo dato, ricorda qualcuno al microfono. E subito, tutti, pensiamo che Patrizia non è sola, porta con sè una sterminata distesa di amore.
E anche noi non siamo soli, perchΓ© l'abbiamo salutata ma rimane con noi. E ci sprona a smuoverci, a sorridere, a correre, a fare le pernacchie, a prenderci in giro, a godere del sole di questo sabato mattina.

Buon vento, Patrizia
Un ricordo per immagini (di Stefano Zanini)

Francesca Martino

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