13 marzo 1987: il disastro della Elisabetta Montanari

Elisabetta Montanari: qualcuno di voi ne ha mai sentito parlare?
Era una nave cargo, una cisterna adibita al trasporto di gpl, e come tutte le navi anche questa aveva bisogno di alcune riparazioni; così il 13 marzo 1987, Elisabetta Montanari si trovava in secca nei cantieri Mecnavi srl del porto di Ravenna, per manutenzione straordinaria: alcune lamiere del doppiofondo, destinato a ospitare il combustibile presentavano un avanzato stato di corrosione e dovevano essere sostituite.
L’ambiente di lavoro era un intreccio di cunicoli nei quali gli operai svolgevano operazioni di pulizia nella stiva, dovevano pulire la ruggine i residui di combustibile colati dai serbatoi usando palette, spazzole, raschietti e stracci, in un rettangolo stretto 80-90 centimetri.
Alle ore 9:05 un'improvvisa fiammata diede origine all'incendio; il primo ad accorgersi di quanto stava accadendo fu il carpentiere, il quale provΓ² a risolvere la situazione con degli stracci, ma il calore della fiamma ne aveva sciolto il catrame che cadendogli sopra lo alimentΓ² ancora di piΓΉ.
Poco dopo, una fiammata incendia il rivestimento del serbatoio sviluppando una notevole quantitΓ  di fumo e gas tossici, come ossido di carbonio e acido cianidrico, letali in pochissimo tempo. A causa del buio, non tutti gli operai riuscirono a ritrovare la via d'uscita per tornare all’aperto.
Morirono soffocati 13 operai, i risultati dell'autopsia confermano morte per edema polmonare dovuta all'inspirazione di gas tossici.
Quel giorno si scoprΓ¬, che l’organizzazione del lavoro della societΓ  Mecnavi dei fratelli Arienti era basata su un sistema selvaggio di subappalti, lavoro nero e caporalato, sfruttamento e disprezzo delle regole.

Caterina Torre

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