Il perverso rapporto tra uomo e guerra
Non esiste altro argomento che animi e agiti la discussione degli intellettuali come la guerra.
Il suo secolare dibattito Γ¨ stato capace di alimentare infinite riflessioni e scuole di pensiero.
Risulta quindi riduttivo limitarsi a riassumere i pensieri e indicarli appartenenti ai neutralisti o agli interventisti. Le dinamiche che possono portare allo scoppio di una guerra sono svariate, ma riescono a descrivere in maniera efficace lβanimo umano.
La storia in generale rispecchia la natura dellβuomo. Dal punto di vista delle grandi fabbriche belliche, la guerra Γ¨ da sempre considerata un redditizio affare economico β forse il piΓΉ redditizio del mondo - e il primo grande conflitto mondiale non rappresenta in ciΓ² unβeccezione.
Le guerre tendenzialmente possono essere considerate violente come le rivoluzioni, azioni compiute con foga e senza diplomazia; ciΓ² avviene perchΓ© le persone hanno lβeterno desiderio di migliorare la propria condizione di vita e la sovversione dellβordine sociale promette sempre cambiamento e novitΓ : la Rivoluzione Francese Γ¨ un esempio. Tale speranza perΓ² non Γ¨ altro che una mera illusione, sia la guerra sia la rivoluzione comportano sempre profondi periodi di crisi e miseria.
Il pensiero di Giovanni Papini sulla convenienza della guerra perchΓ© operazione che riequilibria il rapporto risorse-popolazione Γ¨ sbagliato anche perchΓ© si basa su teorie sorpassate: maggiori vite umane, se messe nella condizione di produrre, creano maggiori risorse e fanno sviluppare lβeconomia. Leggendo le riflessioni delle persone che si sono trovate a stretto contatto con la distruzione della guerra si nota subito un evidente contrasto di vedute con chi non ha mai provato la disperazione della morte in trincea. Per lβintellettuale Papini le vittime della guerra sono solo numeri, non Γ¨ capace di provare empatia, a differenza di Renato Serra che ha vissuto in prima persona lβorrore della morte quotidiana e si domanda se tutto questo dolore abbia un senso.
La campagna a favore dellβinterventismo in Italia faceva leva sul senso di glorificazione della guerra, la descriveva come unβarte nobile e impavida. La guerra, in realtΓ , fra tutti i suoi interpreti non ha nΓ© vincitori nΓ© gloria, soltanto una serie infinita di vittime da piangere.
Carlo Alberto Longo, classe 5L3
Il suo secolare dibattito Γ¨ stato capace di alimentare infinite riflessioni e scuole di pensiero.
Risulta quindi riduttivo limitarsi a riassumere i pensieri e indicarli appartenenti ai neutralisti o agli interventisti. Le dinamiche che possono portare allo scoppio di una guerra sono svariate, ma riescono a descrivere in maniera efficace lβanimo umano.
La storia in generale rispecchia la natura dellβuomo. Dal punto di vista delle grandi fabbriche belliche, la guerra Γ¨ da sempre considerata un redditizio affare economico β forse il piΓΉ redditizio del mondo - e il primo grande conflitto mondiale non rappresenta in ciΓ² unβeccezione.
Le guerre tendenzialmente possono essere considerate violente come le rivoluzioni, azioni compiute con foga e senza diplomazia; ciΓ² avviene perchΓ© le persone hanno lβeterno desiderio di migliorare la propria condizione di vita e la sovversione dellβordine sociale promette sempre cambiamento e novitΓ : la Rivoluzione Francese Γ¨ un esempio. Tale speranza perΓ² non Γ¨ altro che una mera illusione, sia la guerra sia la rivoluzione comportano sempre profondi periodi di crisi e miseria.
Il pensiero di Giovanni Papini sulla convenienza della guerra perchΓ© operazione che riequilibria il rapporto risorse-popolazione Γ¨ sbagliato anche perchΓ© si basa su teorie sorpassate: maggiori vite umane, se messe nella condizione di produrre, creano maggiori risorse e fanno sviluppare lβeconomia. Leggendo le riflessioni delle persone che si sono trovate a stretto contatto con la distruzione della guerra si nota subito un evidente contrasto di vedute con chi non ha mai provato la disperazione della morte in trincea. Per lβintellettuale Papini le vittime della guerra sono solo numeri, non Γ¨ capace di provare empatia, a differenza di Renato Serra che ha vissuto in prima persona lβorrore della morte quotidiana e si domanda se tutto questo dolore abbia un senso.
La campagna a favore dellβinterventismo in Italia faceva leva sul senso di glorificazione della guerra, la descriveva come unβarte nobile e impavida. La guerra, in realtΓ , fra tutti i suoi interpreti non ha nΓ© vincitori nΓ© gloria, soltanto una serie infinita di vittime da piangere.
Carlo Alberto Longo, classe 5L3
Argomento molto interessante, finalmente ho imparato qualcosa.
RispondiEliminaAspetterΓ² con ansia un altro articolo.
οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½
Per rendere ancora piΓΉ interessante la Gazzetta del Nautico occorre l'impegno di tutti. Questo lo scrivo dopo che ho sentito una studentessa di quarta l'altro giorno dire che il giornalino Γ¨ una cavolata, non serve a nulla, ecc. A parte che vorrei invitare la studentessa in questione a provare a mettere il naso nella redazione, a partecipare prima di dire che Γ¨ una cavolata, poi cmq Γ¨ giusto per gli studenti mettersi alla prova -magari si impara qualcosa- e fa piacere quindi quando un articolo Γ¨ pubblicato. Bravi ragazi, brava redazione... e brava prof. Martino!
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