La condizione delle donne in Siria



Le donne siriane hanno conquistato il diritto di voto nel 1953, ma continuano a restare in vigore comunque la Sharia e il complesso di regole di vita e di comportamento dettato da Allah per la condotta morale. Negli anni sono aumentati alfabetizzazione e istruzione femminile, ma le norme familiari e di genere sono rimaste discriminatorie.
Le riforme nel 2019 e 2020 hanno migliorato alcuni aspetti, come il diritto al divorzio e l’abolizione della legge sui delitti d’onore. Nel 2024 sono stati annunciati nuovi emendamenti per rafforzare i diritti delle donne.
La guerra civile tuttavia ha aggravato la condizione femminile: violenze, matrimoni precoci e povertΓ  colpiscono molte donne e ragazze, specialmente nelle aree piΓΉ vulnerabili e tuttavia, in alcune zone (come il nord-est curdo) le donne hanno acquisito ruoli attivi nella politica e nella societΓ , promuovendo la paritΓ . 





Nelle zone controllate da gruppi islamisti, invece, subiscono forti restrizioni e molte donne rifugiate sono diventate capofamiglia e lottano per sopravvivere in contesti difficili.
Le leggi siriane sono discriminatorie: permettono la poligamia, limitano i diritti delle donne nel divorzio, nella custodia dei figli e nell’ereditΓ . La violenza domestica non Γ¨ punita da leggi specifiche e la protezione legale Γ¨ debole. Le donne non possono trasmettere la cittadinanza ai figli e la partecipazione politica femminile Γ¨ molto bassa. Tuttavia, l’amministrazione autonoma curda adotta pratiche paritarie come la co-presidenza nei ruoli politici. Le ONG e le attiviste chiedono da anni riforme piΓΉ profonde e un cambiamento culturale.

Abdullah Abu Bakr e Erick Luzarraga

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