Cronache di Resistenza: la Casa dello Studente di Genova
Cronache di Resistenza: La Casa dello Studente di Genova
La Casa dello Studente di Genova Γ¨ una struttura dedicata agli studenti universitari per offrire alloggi economici agli studenti universitari fuori sede. IniziΓ² ad essere operativa nel 1935 e sin da subito venne controllata dal Partito Nazionale Fascista, cambiando nominazione in "Casa del Fascista Universitario". Il periodo piΓΉ buio perΓ² per questa struttura fu durante l'occupazione nella penisola italiana dell'esercito nazista, che piazzΓ² il quartier generale della Gestapo (la polizia segreta tedesca) proprio all'interno della Casa dello Studente. Tra il settembre 1943 e l'aprile 1945 nei sotterranei dell'edificio avvennero numerosissime incarcerazioni di antifascisti e partigiani o sospetti, con successive violenze, torture e omicidi. La gestione era affidata con estrema crudeltΓ a Friedrich Engel, soprannominato il "boia di Genova", che grazie ai suoi sottoposti ebbe la possibilitΓ di incarcerare, torturare e provare a estorcere informazioni con la forza ai principali esponenti della Resistenza genovese; tra le vittime che hanno subito tali disumanitΓ vi sono personaggi come Pieragostini, Faralli, Firpo, Moro... Uomini e donne che hanno sofferto e alcuni di loro hanno pagato con la loro vita pur di liberare la cittΓ e il paese e le cui urla di dolore riecheggiavano quotidianamente in tutto il quartiere.
Il 23 aprile 1945, dopo un'anno e mezzo di sofferenza e totale indifferenza, mentre gli alleati schiacciavano i nazifascisti su piΓΉ fronti, i partigiani riuscirono a cacciare i tedeschi, i quali ritirandosi dettero fuoco e cercarono di eliminare ogni prova delle crudeltΓ attuate dentro l'edificio. Dopo la liberazione, l'edificio tornΓ² in mano alla popolazione, prima agli sfollati e successivamente agli studenti, previa perΓ² una massiccia ristrutturazione, che portΓ² alla totale copertura delle celle, cantine e tunnel usati dai nazisti per torturare i Partigiani. Solo nel 1968, Durante le rivolte operaie e studentesche, molti giovani universitari di sinistra riuscirono a occupare l'edificio e riportare alla luce, con l'aiuto dei vecchi prigionieri sopravvissuti, i resti delle torture avvenute un ventennio prima. E' grazie a loro se oggi questi drammi sono davanti gli occhi di tutti e ogni anno, oltre a rimanere sede stabile di studenti fuorisede, l'edificio Γ¨ in mano al centro documentazione "Logos" che permette ogni 25 aprile e date adiacenti di visitare l'edificio e i suoi sotterranei piΓΉ macabri.
I resti riesumati mostrano le crudeltà avvenute in passato. I carcerati veniva interrogati in modo disumano: scosse elettriche, bastonate e accoltellamenti erano prassi e dopo essere stati feriti i detenuti venivano ammassati in delle celle di qualche metro quadro, senza cibo, acqua, igiene o letti. L'obiettivo era portare i Partigiani alla disperazione, facendoli confessare o portandoli al suicidio, sempre se questi riuscivano a sopravvivere nonostante le ferite. Particolarmente stupefacenti sono i pochi resti ormai rimasti a nostra disposizione, sufficienti da lasciare il segno nel cuore di ogni visitatore; le preghiere e i messaggi incisi dai prigionieri sui muri, scritti con pezzi di legno o persino con le loro stesse unghie fanno capire il degrado e la disperazione dei detenuti. Prove che sono state nascoste per anni dalla società , che volutamente erano state coperte con il restauro e che non volevano essere mostrate, ma che per fortuna oggi sono state recuperate, dando così la possibilità a tutti, specie ai giovani, di visitare uno dei pochi musei della Resistenza Europea.
Questo edificio è la dimostrazione perfetta della Resistenza Internazionale. I ragazzi che hanno dovuto soffrire lì dentro hanno subito torture disumane, compiute da uomini che portavano avanti ideali inconcepibili, dove la supremazia di una razza e di uno Stato venivano prima di ogni interesse. I resistenti invece combattevano per un'Italia, un'Europa, una società equa, per la liberazione dal cancro nazista e la battaglia è stata portata avanti dall'inizio da persone di tutte le età , uomini e donne provenienti non solo dall'Italia. Anche per questo i sotterranei della casa sono dedicati al Partigiano tedesco Rudolf Seiffert, umile operaio che, nonostante le disabilità ( era senza una gamba, persa durante una manifestazione operaia) portò avanti in Germania lotte di opposizione al nazismo, offrendo anche ospitalità agli immigrati e aiutando i soldati a inviare e ricevere lettere organizzative. Nel settembre del '44 venne condannato a morte e nel gennaio del '45 ghigliottinato. Lui, insieme a milioni di altre persone provenienti da ogni stato sono la dimostrazione fattuale che la Resistenza è un movimento mondiale, che unisce tutti non più solo sotto una stessa bandiera, piuttosto su un ideale, l'internazionalismo.
Lorenzo Giusio
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