Dala: il Bukowski genovese
Torniamo a trattare di rap. A questo giro si parla di un artista genovese: Dala Pai Pai. Leva '90, attivo da piΓΉ di 10 anni e con alle spalle 4 album e numerosi featuring con i pilastri dell'old school ligure.
Nei suoi testi, Dala si "limita" a descrivere la sua realtΓ . Una realtΓ non proprio idilliaca, fatta di bar, serate devastanti, dipendenze, relazioni fallimentari, nostalgia e difficoltΓ ad affermarsi nella musica.
Sono molti gli artisti, soprattutto nel rap, che parlano della propria vita e dei propri eccessi e all'apparenza Dala non sembrerebbe distinguersi molto dai colleghi ma le sue strofe riescono a toccare questi temi triti e ritriti con una profonditΓ unica.
Infatti ogni sua canzone non Γ¨ altro che uno stralcio della sua esperienza di vita raccontata con uno stile molto diretto e carico di sarcasmo e ironia, attraverso i quali si scorge una visione del mondo piuttosto pessimista, caratterizzata dalla sfiducia nelle persone, considerate fredde e approfittatrici, e dall'inutilitΓ delle relazioni sociali che non servono a niente, se non portare problemi.
Non è poi così azzardato fare un paragone con Charles Bukowski, famoso scrittore che ha raccontato l'America degli anni '40 e '50, tra povertà , alcolismo e decadenza della società occidentale.
Dala si ispira molto a Bukowski e al suo stile. Non a caso il suo terzo album si intitola "Golden Horn" (bar presente nel film "Barfly" basato sulla vita di Bukowski) e contiene l'omonima canzone che racconta la storia di Henry Chinaski, l'alter-ego che lo scrittore usava nei suoi racconti autobiografici.
Proprio come lui, Dala riesce a raccontare perfettamente l'ipocrisia e la tristezza di fondo in cui Γ¨ immersa la nostra societΓ , riuscendo talvolta anche a strappare un sorriso.
Oltre all'odio per l'umanitΓ , ci sono altri due argomenti cari a entrambi gli artisti. Il primo Γ¨ la dipendenza, o come la definisce Dala "la scimmia". Molto spesso parla di quanto questa condizione sia sfiancante fisicamente e soprattutto mentalmente, di come limiti la vita delle persone, porti alla rovina dei rapporti sociali e di come l'uso di sostanze inizi nel tentativo di sfuggire all'ipocrisia e alla tristezza prima citate, ma finisca semre per essere una trappola. L'altro tema ricorrente Γ© il bar. Nel caso di Dala si tratta di quello sotto casa: punto di ritrovo con gli amici di una vita e teatro di bevute colossali, risse e approcci con le ragazze.
Nei suoi testi, Dala si "limita" a descrivere la sua realtΓ . Una realtΓ non proprio idilliaca, fatta di bar, serate devastanti, dipendenze, relazioni fallimentari, nostalgia e difficoltΓ ad affermarsi nella musica.
Sono molti gli artisti, soprattutto nel rap, che parlano della propria vita e dei propri eccessi e all'apparenza Dala non sembrerebbe distinguersi molto dai colleghi ma le sue strofe riescono a toccare questi temi triti e ritriti con una profonditΓ unica.
Infatti ogni sua canzone non Γ¨ altro che uno stralcio della sua esperienza di vita raccontata con uno stile molto diretto e carico di sarcasmo e ironia, attraverso i quali si scorge una visione del mondo piuttosto pessimista, caratterizzata dalla sfiducia nelle persone, considerate fredde e approfittatrici, e dall'inutilitΓ delle relazioni sociali che non servono a niente, se non portare problemi.
Non è poi così azzardato fare un paragone con Charles Bukowski, famoso scrittore che ha raccontato l'America degli anni '40 e '50, tra povertà , alcolismo e decadenza della società occidentale.
Dala si ispira molto a Bukowski e al suo stile. Non a caso il suo terzo album si intitola "Golden Horn" (bar presente nel film "Barfly" basato sulla vita di Bukowski) e contiene l'omonima canzone che racconta la storia di Henry Chinaski, l'alter-ego che lo scrittore usava nei suoi racconti autobiografici.
Proprio come lui, Dala riesce a raccontare perfettamente l'ipocrisia e la tristezza di fondo in cui Γ¨ immersa la nostra societΓ , riuscendo talvolta anche a strappare un sorriso.
Oltre all'odio per l'umanitΓ , ci sono altri due argomenti cari a entrambi gli artisti. Il primo Γ¨ la dipendenza, o come la definisce Dala "la scimmia". Molto spesso parla di quanto questa condizione sia sfiancante fisicamente e soprattutto mentalmente, di come limiti la vita delle persone, porti alla rovina dei rapporti sociali e di come l'uso di sostanze inizi nel tentativo di sfuggire all'ipocrisia e alla tristezza prima citate, ma finisca semre per essere una trappola. L'altro tema ricorrente Γ© il bar. Nel caso di Dala si tratta di quello sotto casa: punto di ritrovo con gli amici di una vita e teatro di bevute colossali, risse e approcci con le ragazze.
Un aspetto particolare della produzione di Dala Γ¨ che attraverso i 4 album si puΓ² seguire l'evoluzione del suo pensiero a proposito di questi tre grandi temi. Se nel primo, scritto ad appena 18 anni, si percepivano giΓ la componente anti sociale e l'attaccamento alle sostanze, altri temi ricorrenti erano la voglia di cambiare e la speranza di sfondare nel mondo della musica. Nel secondo e nel terzo la protagonista Γ¨ "la scimmia"; per poi arrivare al quarto: decisamente il piΓΉ malinconico e introspettivo, nel quale Dala riflette molto di piΓΉ sul suo isolamento, sul tempo andato e sulla sua crescita come artista.
Link per "Golden Horn" (ispirata a Bukowski)
Link per "Lo chiamavano Spocchia" (racconto della vita da bar)
Link per "Boccata d'aria" (a proposito di dipendenza)
Matteo Caramaschi
Link per "Golden Horn" (ispirata a Bukowski)
Link per "Lo chiamavano Spocchia" (racconto della vita da bar)
Link per "Boccata d'aria" (a proposito di dipendenza)
Matteo Caramaschi
Commenti
Posta un commento